L’Unione europea chiede alle piattaforme online di agire rapidamente e in tempi certi nel rimuovere i contenuti illeciti pubblicati sul web, specialmente quando incitano all’odio, alla violenza e al terrorismo. “Non possiamo accettare un Far West digitale”, ha detto Vĕra Jourová, Commissaria per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere. La Commissione europea ha presentato oggi gli orientamenti per rafforzare la prevenzione, l’individuazione e la rimozione dei contenuti illeciti da parte delle piattaforme online.

La preoccupazione di Bruxelles è legata soprattutto alla “crescente disponibilità e diffusione di materiale terroristico online”, che – si legge in una nota – “oltre a rappresentare una grave minaccia per la sicurezza dei cittadini dell’UE, mina la fiducia di questi ultimi nell’ambiente digitale, che rappresenta un motore fondamentale di innovazione, crescita e occupazione”.

Le misure proposte fanno seguito alle conclusioni del Consiglio europeo del giugno 2017, ribadite dai leader del G7 e del G20, e costituiscono un primo elemento del pacchetto antiterrorismo annunciato dal Presidente Juncker. Dice Andrus Ansip, Vicepresidente responsabile per il Mercato unico digitale: “L’UE sta rispondendo in modo deciso alla sfida posta dai contenuti illeciti online. Stiamo facendo in modo che sia più facile per le piattaforme adempiere il proprio dovere, in stretta cooperazione con le autorità di contrasto e con la società civile. I nostri orientamenti comprendono garanzie per evitare la rimozione di contenuti leciti e assicurare la trasparenza e la tutela dei diritti fondamentali come la libertà di espressione.” Alle società del web è dunque chiesto di aumentare gli sforzi nella rimozione del materiale terroristico online, tutelando al tempo stesso i contenuti leciti. Perché “in oltre il 28% dei casi le piattaforme online impiegano più di una settimana per rimuovere i contenuti illeciti”, dice la Commissaria per l’economia e la società digitali Mariya Gabriel.

“Con l’aumento dei contenuti illeciti online, compresi la propaganda terroristica e i discorsi xenofobi e razzisti che incitano alla violenza e all’odio, le piattaforme online hanno un ruolo sempre più importante e devono assumersi maggiori responsabilità sociali – afferma la Commissione europea – I nuovi orientamenti presentati oggi le esortano a intensificare ulteriormente gli sforzi per impedire la diffusione dei contenuti illeciti. Dato il ruolo sempre più importante che rivestono nel fornire l’accesso alle informazioni, la Commissione si aspetta che le piattaforme online agiscano rapidamente nei prossimi mesi, soprattutto sul fronte dell’incitamento al terrorismo e all’odio, già vietato dalla normativa UE sia online che offline”.

Quali sono gli impegni che vengono chiesti? Si parte dalla cooperazione con le autorità nazionali per individuare e notificare subito i contenuti incriminati, collegandosi con servizi specializzati, permettendo anche agli utenti di segnalare contenuti illeciti e investendo in tecnologie di rilevazione automatica. Si chiede poi la “rimozione effettiva” dei contenuti che incitano al terrorismo e alla violenza, nei tempi più rapidi possibili ed eventualmente (la Commissione ci lavorerà) in tempi specifici, se rischiano di veicolare gravi pericoli, come per l’istigazione a commettere atti terroristici. Le piattaforme online dovrebbero spiegare chiaramente agli utenti la loro politica sui contenuti e pubblicare relazioni in materia di trasparenza. “Le società del web – aggiunge Bruxelles – dovrebbero introdurre anche garanzie per prevenire il rischio di rimozione di contenuti leciti”. Altra azione richiesta riguarda l’adozione di “misure dissuasive per evitare il caricamento ripetuto di contenuti illeciti da parte degli utenti” nonché lo sviluppo di strumenti automatici per prevenire la ricomparsa di contenuti già rimossi.

Commenta Vĕra Jourová, Commissaria per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere: “Lo Stato di diritto si applica tanto online quanto offline. Non possiamo accettare un Far West digitale. Dobbiamo agire. Il codice di condotta concordato con Facebook, Twitter, Google e Microsoft dimostra che un approccio basato sull’autoregolamentazione può essere un buon esempio e dare risultati. Tuttavia, se le imprese del settore tecnologico non onoreranno i propri impegni, noi lo faremo.”


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