Dopo il via libera del Parlamento europeo alla riforma del copyright la prossima tappa sarà l’inizio dei negoziati con Consiglio e Commissione Ue. Il percorso non si presenta facile, perché il tema è complesso e aperto a nuovi aggiustamenti. Dai sindacati dei giornalisti arriva apprezzamento nei confronti di quanto previsto dalla riforma e dal riconoscimento del diritto d’autore nei confronti di artisti e giornalisti quando le loro opere vengono usate da aggregatori di notizie quali Google News e da piattaforme come Facebook e YouTube. Con la proposta approvata è stato sancito il valore del lavoro giornalistico e dell’informazione professionale, ha detto la Federazione nazionale stampa italiana (FNSI).

“L’approvazione della direttiva sul diritto d’autore da parte del Parlamento Europeo è la vittoria della ragione, del buonsenso e della dignità del lavoro su chi punta a disarticolare la democrazia e le sue istituzioni attraverso l’attacco all’informazione e ai corpi intermedi. È un risultato che premia la battaglia comune dei sindacati dei giornalisti dei principali Paesi europei, a cominciare dalla Fnsi, e delle associazioni di editori, scrittori, autori cinematografici, attori, registi, film-maker – ha scritto, in una nota, Raffaele Lorusso, segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana – La normativa europea riafferma i diritti delle imprese editoriali e del lavoro giornalistico, riconoscendo il principio che chi sfrutta il lavoro intellettuale, ricavandone profitti con la raccolta pubblicitaria e il trattamento dei dati degli utenti della rete, deve pagare delle royalties a chi ha prodotto i contenuti. Viene così sancito il valore del lavoro giornalistico e dell’informazione professionale, essenziali per la tenuta della democrazia. L’informazione di qualità, agli antipodi delle fake news e della spazzatura che circola nella rete, è essenziale per la qualità della democrazia perché serve a creare un’opinione pubblica matura e consapevole”.

Finalmente in ambito sovranazionale ed europeo si è voluto dare una risposta a come si declina e si usa il diritto d’autore sul web, incluso quello sui contenuti giornalistici. – ha detto in una nota l’Associazione Stampa Romana – Apprezziamo che il Parlamento europeo abbia riconosciuto un principio chiaro: i produttori dei contenuti, sia gli editori sia i giornalisti, sono i titolari del loro lavoro. Le grandi piattaforme devono remunerare questi fattori della produzione quando usano e riprendono il lavoro dell’industria giornalistica e dei professionisti che operano per quell’industria. Ci sembra corretto che siano state individuate forme di riserva e protezione dalle regole generali per piccoli e start up”.

Stampa Romana evidenzia anche due punti: uno riguarda la denuncia di rischi di censura, l’altro attiene al futuro del giornalismo che già si gioca sul web e sui social. “Da anni Stampa Romana sta ragionando sulle corrette forme di remunerazione del lavoro giornalistico dal web e di circolazione dei dati e di apertura degli algoritmi con la consapevolezza che lì si gioca il nostro presente e il nostro futuro. Tuttavia non ci sfuggono almeno due rischi – dice la sigla – Resta da vedere in che misura la versione definitiva della direttiva saprà fugare le preoccupazioni relative all’attribuzione di nuovi poteri di controllo, se non di vera e propria censura, manifestate da più parti. Il mondo degli editori italiani non deve pensare che si torni in un illusorio 1990. Il mondo digitale non è più reversibile. Il valore dell’informazione sul web si costruisce con risorse apposite, con investimenti mirati, con creatività sulle nuove figure professionali, con paghe adeguate per i collaboratori. Se gli editori pensano che con i soldi di Google e Facebook finisca la crisi siamo fuori strada. E siamo fuori strada anche se si pensa che il mondo degli aggregatori dei dati e dei social batta in ritirata. Quello è già il nostro mondo, non è alternativo al nostro mondo. E’ già il nostro vocabolario. Si tratta di usarlo nel modo più opportuno, ricavandone valore da distribuire a tutti i colleghi”.

 

Prima pubblicazione 14/09/2018 ore 16.45


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