La fibra ottica, e quindi la connessione ad internet attraverso la banda ultralarga, è uno degli elementi essenziali per lo sviluppo del paese, ma ancora più fondamentale che si sviluppi celermente e da parte una società terza che garantisca l’equilibrio nella gestione e accesso a tutti gli operatori. Soprattutto, bisogna fare in modo che i dati dei consumatori non si concentrino in mano a chi già possiede i dati di consumo energetici. Lo sottolinea ancora una volta Codici. Luigi Gabriele, di Codici, dichiara che “non permetteremo a chi ha già rovinato il mercato elettrico italiano, approfittando delle loro posizione di monopolio nella gestione della rete elettrica, senza aver dimostrato in nessun modo eccellenza nella sua gestione (vedi lo scandalo maxi conguagli e contatori contraffatti o non funzionanti), di appiopparci, con la scusa della sostituzione dei contatori, una tecnologia che già da qualche tempo è addirittura superata. Si tratta di operatori che, grazie ai loro rapporti con il Governo e l’authority di regolazione, danno per scontato che i consumatori italiani pagheranno in bolletta il conto di questa operazione”.
La convenienza dell’operazione di cambio dei contatori sembra infatti essere a senso unico e avvantaggerebbe solo i gestori del servizio. “Con i piani di Google e con la sua fibra si potrà raggiungere a costi infinitamente più bassi la quasi totalità degli italiani e non c’è necessità di fare differenze tra aree a fallimento di mercato e aree a buon mercato, perché con le nuove tecnologie wi-fi o con la diffusione Fiber to Home mediante tecnologia Wireless, non c’è bisogno di portare nessun cavo in casa degli italiani. È tutta una scusa per mettere le mani sui soldi degli italiani e spostare il tiro dal controllo delle reti elettriche a quello delle TLC”.
A preoccupare l’associazione è poi il silenzio dell’Antitrust italiana e quello Europeo: “Pretendiamo che la fibra si sviluppi secondo le regole di mercato e che sia il territorio mediante cooperative o società specializzate sotto la regia di un unico gestore di rete nazionale a diffondere la banda larga. Si creerebbero mercati vastissimi anche solo diffondendo le produzioni locali del Made in Italy mediante la partecipazione attiva dei comuni”.
 


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