Banda Ultralarga: Agcm amplia procedimento contro Tim. UNC: si faccia chiarezza
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha esteso l’oggetto del procedimento avviato nel giugno dello scorso anno nei confronti della società Telecom Italia S.p.A., per accertare possibili violazioni all’art. 102 TFUE, in relazione alla possibile strategia abusiva volta a ostacolare l’ingresso del nuovo concorrente infrastrutturale nei servizi di comunicazione a banda ultralarga. Nel corso dell’istruttoria, sembra emergere un ulteriore comportamento anticoncorrenziale.
Telecom Italia, infatti, pare aver tentato di applicare, nella fornitura di servizi di accesso all’ingrosso a banda larga e ultralarga, condizioni economiche suscettibili di ostacolare la concorrenza infrastrutturale e limitare la contendibilità dei clienti che acquistano i servizi all’ingrosso.
Pertanto, l’Autorità verificherà, nel corso del procedimento, la sussistenza di un’ulteriore condotta anticoncorrenziale realizzata sul mercato dei servizi di telecomunicazione al dettaglio a banda larga e ultralarga, consistente nell’utilizzo improprio da parte di TI delle informazioni privilegiate di cui essa dispone in qualità di operatore in posizione dominante nelle attività concernenti la gestione della rete.
Tali comportamenti potrebbero essere riconducibili alla strategia anticoncorrenziale unica e complessa che l’Autorità ha ipotizzato nel provvedimento di avvio del 28 giugno 2017, e che avrebbe la finalità di ostacolare l’esecuzione del piano di investimenti di Open Fiber e di limitare altresì lo sviluppo concorrenziale delle offerte retail di servizi a banda ultralarga.
“Si faccia al più presto chiarezza, perché è evidente che ostacolare la concorrenza e l’ingresso di nuovi operatori è un fatto molto grave, che finisce per ripercuotersi sui consumatori finali, in termini di minore qualità del servizio e di prezzi maggiorati”, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.