Le piccole e medie imprese europee che vantano crediti non pagati stanno per tirare un sospiro di sollievo. Il 16 marzo scade il termine ultimo imposto agli Stati membri per il recepimento della direttiva europea sui ritardi dei pagamenti, la 2001/7/UE adottata dall’Unione Europea per porre fine a questa piaga che non permette alle piccole e medie imprese di svilupparsi e, ormai sempre più spesso, le porta al fallimento. Entro il 16 marzo 2013 gli Stati membri dovranno aver recepito la direttiva sui ritardi di pagamento nella loro normativa nazionale.
Ecco le principali novità:

  • le autorità pubbliche devono pagare entro 30 giorni di calendario i beni e i servizi che si fanno fornire o, in circostanze eccezionali, entro 60 giorni;
  • libertà contrattuale nelle transazioni commerciali tra aziende: le imprese devono pagare le loro fatture entro 60 giorni di calendario a meno che non concordino diversamente con una clausola contrattuale esplicita e qualora tale prassi non sia gravemente iniqua per i creditori;
  • le imprese hanno automaticamente diritto a chiedere gli interessi per i ritardi di pagamento e possono anche ottenere automaticamente un importo minimo fisso di 40 euro quale indennizzo dei costi di recupero dei pagamenti. Esse possono anche chiedere un indennizzo per tutti gli altri ragionevoli costi di recupero;
  • il tasso legale di interesse di mora per i ritardi di pagamento è portato ad almeno 8 punti percentuali al di sopra del tasso di riferimento della Banca centrale europea. Le autorità pubbliche non possono fissare un tasso d’interesse di mora inferiore a tale soglia per i ritardi di pagamento;
  • le imprese possono impugnare più agevolmente i termini e le pratiche gravemente iniqui innanzi ai tribunali nazionali;
  • maggiore trasparenza e sensibilizzazione: gli Stati membri devono pubblicare i tassi d’interesse di mora per i ritardi di pagamento per far sì che tutte le parti interessate siano informate;
  • gli Stati membri sono incoraggiati a creare codici di pagamento rapido;
  • gli Stati membri possono continuare a mantenere o mettere in vigore leggi e regolamenti che siano più favorevoli al creditore rispetto alle disposizioni della direttiva.

Le nuove misure sono opzionali per le imprese nella misura in cui esse acquisiscono il diritto di intentare un’azione, ma non sono obbligate a farlo. In determinate circostanze un’impresa può preferire di prolungare il periodo di pagamento di alcuni giorni o settimane per mantenere una buona relazione commerciale con un cliente. Ma le nuove misure sono obbligatorie per le autorità pubbliche. Queste devono dare il buon esempio e far prova di affidabilità ed efficienza onorando i loro contratti.
Antonio Tajani, Vicepresidente della Commissione europea e Commissario responsabile per l’Industria e l’imprenditoria, ha affermato: “Le PMI trovano particolari difficoltà a far rispettare il loro diritto ad essere pagate tempestivamente. I pagamenti tardivi fanno perdere tempo e denaro alle PMI. Le controversie nel merito possono avvelenare le relazioni con i clienti. Il malcostume dei pagamenti tardivi deve finire. Spetta ora agli Stati membri attuare nella loro normativa nazionale la direttiva sui ritardi di pagamento offrendo così alle PMI il sostegno vitale di cui hanno bisogno in questi tempi difficili e aiutandole a espletare il loro ruolo centrale nella creazione di posti di lavoro in Europa.”


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