I cittadini europei chiedono “Right2Water”: il diritto all’acqua per tutti. “Esortiamo la Commissione europea a proporre una normativa che sancisca il diritto umano universale all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari, come riconosciuto dalle Nazioni Unite, e promuova l’erogazione di servizi idrici e igienico-sanitari in quanto servizi pubblici fondamentali per tutti”: è quanto prevede la prima Iniziativa dei cittadini europei, che chiede ai governi accesso universale all’acqua pulita e ai servizi igienici e vuole contrastare la liberalizzazione dei servizi idrici. Il Parlamento europeo terrà un’audizione ufficiale sul tema il prossimo lunedì.
Quali gli obiettivi principali dell’iniziativa? Come si legge sul sito internet dedicato, “la legislazione dell’Unione europea deve imporre ai governi di garantire e fornire a tutti i cittadini, in misura sufficiente, acqua potabile e servizi igienico-sanitari. Chiediamo che: 1. le istituzioni dell’Unione europea e gli Stati membri siano tenuti ad assicurare a tutti i cittadini il diritto all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari; 2. l’approvvigionamento in acqua potabile e la gestione delle risorse idriche non siano soggetti alle “logiche del mercato unico” e che i servizi idrici siano esclusi da qualsiasi forma di liberalizzazione; 3. l’UE intensifichi il proprio impegno per garantire un accesso universale all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari”. L’iniziativa ha raccolto quasi due milioni di firme (per la precisione, 1.884.790) in tutta Europa.
Di cosa si tratta? L’Iniziativa dei cittadini, istituita dal trattato di Lisbona, permette a un milione di cittadini di almeno un quarto degli Stati membri dell’Unione europea di chiedere alla Commissione europea di proporre una normativa in uno dei settori di sua competenza. Gli organizzatori di un’iniziativa dei cittadini, residenti in almeno sette diversi Stati, hanno un anno di tempo per raccogliere il sostegno necessario. Le firme devono essere autenticate dalle autorità competenti di ciascuno Stato membro. Gli organizzatori di importanti iniziative partecipano all’incontro organizzato dal Parlamento europeo e la Commissione ha tre mesi per esaminare l’iniziativa e decidere come intervenire.


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