Stop greenwashing e dichiarazioni ingannevoli, via libera dal Parlamento europeo (Foto Alena Koval per Pexels)

Via libera definitivo del Parlamento europeo alla direttiva contro il greenwashing e le informazioni ingannevoli in etichetta. Non si potrà più scrivere che una lavatrice dura 5 mila lavaggi se questo non è provato e non si potrà più vantare il carattere green di una bottiglia di plastica perché l’azienda ha piantato alberi.

Il Parlamento europeo ha approvato oggi (con 593 voti favorevoli, 21 contrari e 14 astensioni) una direttiva che migliorerà l’etichettatura dei prodotti e vieterà l’uso di dichiarazioni ambientali fuorvianti. L’obiettivo è proteggere i consumatori da pratiche di commercializzazione ingannevoli e fare acquisti più informati. Per questo, spiega una nota del Parlamento, saranno aggiunte all’elenco UE delle pratiche commerciali vietate una serie di strategie di marketing problematiche legate al greenwashing (ambientalismo di facciata) e all’obsolescenza precoce dei beni. La direttiva dovrà ora ricevere l’approvazione definitiva del Consiglio per essere poi pubblicata nella Gazzetta ufficiale. Gli Stati membri avranno 24 mesi di tempo per recepirla nel diritto nazionale.

Sostiene la relatrice Biljana Borzan (S&D, HR): «Questa legge cambierà il quotidiano di tutti gli europei! Ci allontaneremo dalla cultura dello scarto, renderemo più trasparente il marketing e combatteremo l’obsolescenza prematura dei beni. Le persone potranno scegliere prodotti più durevoli, riparabili e sostenibili grazie a etichette e pubblicità affidabili. Soprattutto, le aziende non potranno più ingannare le persone dicendo che le bottiglie di plastica sono buone perché l’azienda ha piantato alberi da qualche parte — o dire che qualcosa è sostenibile senza spiegare come. Questa è una grande vittoria per tutti noi!»

Etichettatura più chiara: niente “verde” senza prove

Le nuove regole, spiega la nota, mirano a rendere l’etichettatura dei prodotti più chiara e affidabile, vietando l’uso di indicazioni ambientali generiche come “rispettoso dell’ambiente”, “rispettoso degli animali”, “verde”, “naturale”, “biodegradabile”, “a impatto climatico zero” o “eco” se non supportate da prove.

Sarà regolamentato anche l’uso dei marchi di sostenibilità, data la confusione causata dalla loro proliferazione e dal mancato utilizzo di dati comparativi. In futuro nell’UE saranno autorizzati solo marchi di sostenibilità basati su sistemi di certificazione approvati o creati da autorità pubbliche.

Inoltre, la direttiva vieterà le dichiarazioni che suggeriscono un impatto sull’ambiente neutro, ridotto o positivo in virtù della partecipazione a sistemi di compensazione delle emissioni (offset in inglese).

 

Greenwashing, l’Europa fa un passo avanti verso lo stop (Foto Pixabay)

Informazioni su garanzia e durabilità

Un altro obiettivo della legge è far sì che produttori e consumatori siano più attenti alla durata dei prodotti. In futuro, le informazioni sulla garanzia dovranno essere più visibili e verrà creato un nuovo marchio armonizzato per dare maggiore risalto ai prodotti con un periodo di garanzia più esteso.

Saranno vietate inoltre le indicazioni infondate sulla durata dei prodotti: non si potrà che una lavatrice durerà per 5.000 cicli di lavaggio, se ciò non è esatto in condizioni normali. Stop anche agli inviti a sostituire i beni di consumo prima del necessario (spesso accade, ad esempio, con l’inchiostro delle stampanti) e le false dichiarazioni sulla riparabilità di un prodotto.


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