Rifiuti, la Commissione apre procedura di infrazione contro l’Italia (Foto Pixabay)

Sui rifiuti l’Italia finisce nel mirino della Commissione europea. La Commissione ha infatti deciso di avviare una procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora all’Italia per il non corretto recepimento della direttiva quadro sui rifiuti (direttiva 2008/98/CE sui rifiuti, modificata dalla direttiva (UE) 2018/851).

Allo stesso tempo, la Commissione ha invitato tutti gli Stati a conseguire gli obiettivi di raccolta e riciclo dei rifiuti: su rifiuti urbani, imballaggi e riciclo di Raee (Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) i paesi sono tutti indietro rispetto agli obiettivi previsti dalle direttive europee.

Rifiuti, il caso Italia

“L’Italia non ha recepito correttamente diverse disposizioni della direttiva modificata, tra cui quelle concernenti la responsabilità estesa del produttore, la garanzia di un riciclaggio di alta qualità, la raccolta differenziata dei rifiuti pericolosi e l’attuazione di un sistema elettronico di tracciabilità”, informa Bruxelles in una nota.

La direttiva quadro sui rifiuti è la legislazione quadro dell’UE volta a prevenire o ridurre la produzione di rifiuti, a ridurre l’impatto complessivo dell’uso delle risorse e a migliorarne l’efficienza, elementi fondamentali per la transizione verso un’economia circolare e per garantire la competitività a lungo termine dell’Unione.

La direttiva modificata, spiega Bruxelles, stabilisce obiettivi vincolanti per il riciclaggio e la preparazione per il riutilizzo dei rifiuti urbani e introduce prescrizioni dirette agli Stati membri volte a migliorare i loro sistemi di gestione dei rifiuti e l’uso efficiente delle risorse. Gli stati erano tenuti a recepire le disposizioni entro il 5 luglio 2020 e già altre procedure di infrazione sono stati avviate verso 10 stati membri. La Commissione procede dunque all’invio di una lettera di costituzione in mora all’Italia, che dispone ora di 2 mesi per rispondere e rimediare alle carenze segnalate dalla Commissione. Trascorsi i due mesi senza risposta soddisfacente, Bruxelles potrà decidere di inviare un parere motivato.

Raccolta e riciclo rifiuti, obiettivi mancati negli Stati Ue

La Commissione, come si diceva, ha richiamato tutti gli Stati e avviato una procedura di infrazione per il mancato conseguimento degli obiettivi di raccolta e riciclaggio dei rifiuti.

Sulla base dei dati disponibili, infatti, “tutti i paesi non sono riusciti a raggiungere diversi obiettivi di raccolta e riciclaggio dei rifiuti stabiliti dall’attuale legislazione dell’UE in materia di rifiuti”.

La Commissione procede pertanto all’invio di lettere di costituzione in mora a ciascuno dei 27 Stati membri, che dispongono ora di 2 mesi per rispondere e rimediare alle carenze segnalate dalla Commissione, trascorsi i quali, in assenza di risposte soddisfacenti, quest’ultima potrà decidere di emettere pareri motivati.

Gli Stati sono indietro sui rifiuti urbani. “Bulgaria, Cechia, Danimarca, Spagna, Francia, Croazia, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Ungheria, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Finlandia e Svezia non hanno raggiunto entro il 2020 l’obiettivo del 50% per quanto riguarda la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio di rifiuti urbani (come carta, metallo, plastica e vetro)”.

Per quanto riguarda la direttiva sugli imballaggi, questa imponeva che entro il 31 dicembre 2008 venissero riciclati tra il 55% e l’80% di tutti i rifiuti di imballaggio. Gli obiettivi di riciclaggio stabiliti per i vari materiali sono pari al 60% per il vetro, 60% per la carta e il cartone, 50% per i metalli, 22,5% per la plastica e 15% per il legno. Ma molti di questi obiettivi non sono stati conseguiti, spiega Bruxelles.

Allo stesso modo, la maggior parte degli Stati Ue non ha conseguito gli obiettivi di raccolta dei Raee, i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Le norme europee impongono la raccolta differenziata e il trattamento adeguato dei Raee e fissano obiettivi per la loro raccolta, per il loro recupero e riciclaggio. Il tasso minimo di raccolta che gli Stati membri devono conseguire ogni anno è pari al 65% del peso medio delle apparecchiature elettriche ed elettroniche immesse sul mercato nello Stato membro interessato nei 3 anni precedenti o, in alternativa, all’85% del peso dei Raee prodotti nel territorio di tale Stato. Anche per questo settore molti Stati sono indietro.


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