Nature Restoration Law, 11 stati Ue chiedono di approvarla al più presto

Approvare la legge sul ripristino della natura, la Nature Restoration Law, al prossimo consiglio dell’Ambiente del 17 giugno. È l’appello che arriva da 11 stati membri Ue, che chiedono al resto d’Europa di approvare al più presto la normativa. In vista della chiusura della presidenza belga dell’Unione, ieri i Ministri dell’Ambiente di 11 Paesi dell’Unione hanno infatti inviato un appello ai colleghi europei che hanno dichiarato la contrarietà o l’astensione alla ratifica della Nature Restoration Law, invitandoli a ripensarci. L’iniziativa, guidata dall’Irlanda, è sottoscritta anche da Germania, Francia e Spagna, con Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Cipro, Lussemburgo, Lituania e Slovenia.

Approvare la Nature Restoration Law

Nell’appello si legge che la “retromarcia” su accordi che erano stati presi, con l’adozione dell’accordo provvisorio da parte del Parlamento europeo e febbraio 2024, “mette a repentaglio le nostre istituzioni democratiche”.

“L’Europa è il continente che si sta scaldando più rapidamente e sta fronteggiando impatti senza precedenti dalle crisi intrecciate di natura e clima – afferma ancora l’appello – Ripristinare gli ecosistemi è essenziale per il mitigamento e l’adattamento agli impatti della crisi climatica, e per salvaguardare la sicurezza alimentare europea”.

La lettera chiede dunque di agire con urgenza e decisione per concludere il processo politico.

È un appello fatto proprio dalla rete di 31 associazioni ambientaliste che in Italia, già ad aprile, aveva rivolto lo stesso invito al Governo italiano, alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin perché l’Italia cambi posizione e contribuisca ad approvare in Europa una normativa in favore del clima, della biodiversità e della messa in sicurezza del territorio.

L’appello degli Stati è “un segnale fortissimo e molto importante per un regolamento che le crisi ambientali in atto ci impongono di non rimandare oltre”, afferma la rete di associazioni, che vede un’azione congiunta di numerose sigle. Oltre alla capofila Lipu ci sono fra altri Greenpeace, Legambiente, WWF, Actionaid, Apincittà, Federbio, Marevivo, Touring Club Italiano.

È molto grave che alcuni governi, tra cui quello italiano, blocchino l’approvazione finale di una legge il cui testo, ampiamente modificato assecondando le richieste degli Stati membri, è stato già concordato nell’ambito di un lungo percorso dialettico tra la Commissione, il Parlamento e il Consiglio, culminato nel Trilogo – proseguono in una nota – Inoltre il testo è già stato approvato dal Parlamento europeo, organismo scelto direttamente dai cittadini europei attraverso il voto. Non è, dunque, un bel segnale per le istituzioni europee, a ridosso del voto per il rinnovo dell’Europarlamento”.

Da qui l’invito al Governo italiano, al momento contrario, ad ascoltare i colleghi europei e a cambiare posizione nei confronti della Nature Restoration Law, che “porterebbe benefici straordinari, oltre che alla biodiversità e alla lotta ai cambiamenti climatici, proprio ai territori, all’agricoltura, alla pesca e all’economia tutta”.

“L’Italia – concludono le associazioni – colga dunque l’appello degli 11 Stati membri per riprendere il percorso di approvazione della Restoration Law, portandolo a compimento”.

Nella riunione di marzo i rappresentanti dei 27 stati membri non hanno raggiunto la maggioranza qualificata per l’approvazione della Nature Restoration Law (il 55% dei paesi della Ue in rappresentanza del 65% della popolazione). Si è trattato di fatto di un passo indietro per la legge che deve portare al ripristino degli ecosistemi. La legge prevede, secondo l’accordo provvisorio che era stato raggiunto al parlamento europeo, che i paesi Ue dovranno ripristinare almeno il 30% degli habitat in cattive condizioni – foreste, praterie e zone umide a fiumi, laghi e coralli – entro il 2030, il 60% entro il 2040 e il 90% entro il 2050.


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