Legge sul ripristino della natura, via libera del Consiglio (Foto Pixabay)

Via libera finale del Consiglio alla Nature Restoration Law, la legge sul ripristino della natura. Ieri gli Stati europei hanno infatti adottato formalmente il regolamento sul ripristino della natura, “il primo nel suo genere”, rivendica una nota del Consiglio.

“Questa legge mira a mettere in atto misure per ripristinare almeno il 20% delle aree terrestri e marine dell’UE entro il 2030 e tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050”. Il regolamento sarà ora pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’UE ed entrerà in vigore, diventando direttamente applicabile in tutti gli Stati membri.

La Commissione europea aveva proposto una legge per il ripristino della natura nel 2022, nell’ambito della strategia europea al 2030 sulla biodiversità che fa parte del Green Deal europeo. Oltre l’80% degli habitat europei risulta in cattive condizioni, con una tendenza al degrado che non si è invertita negli ultimi anni.

Ripristino della natura, almeno il 30% entro il 2030

Gli Stati membri della Ue hanno dunque dato via libera alla legge che impone il ripristino degli ecosistemi danneggiati, con il voto a favore di 20 stati su 26, la decisiva votazione a favore dell’Austria (la ministra dell’ambiente ha votato a favore mentre il suo Governo aveva deciso di astenersi) e il voto contrario dell’Italia.

La legge, che era stata approvata il 27 febbraio dal Parlamento europeo, stabilisce che i Paesi dell’Ue dovranno ripristinare almeno il 30% degli habitat in cattive condizioni (come foreste, praterie e zone umide) entro il 2030, almeno il 60% entro il 2040 e almeno il 90% entro il 2050.

Il regolamento stabilisce una serie di obblighi e obiettivi giuridicamente vincolanti per il ripristino della natura e degli ecosistemi, di ambienti marini e terrestri, e “mira a mitigare i cambiamenti climatici e gli effetti delle catastrofi naturali”. Comprende ecosistemi terrestri, costieri e d’acqua dolce, forestali, agricoli e urbani, comprese le zone umide, le praterie, le foreste, i fiumi e i laghi, nonché gli ecosistemi marini.

Il regolamento prevede che gli Stati si adopereranno per evitare un deterioramento significativo delle zone che hanno raggiunto buone condizioni grazie alle azioni di recupero e che ospitano gli habitat terrestri e marini elencati nel regolamento stesso. Le norme prevedono poi una serie di requisiti specifici per le misure volte a fronteggiare il declino di api e insetti impollinatori, causa di perdita di biodiversità, e stabilisce requisiti specifici per diversi tipi di ecosistemi, tra cui i terreni agricoli, le foreste e gli ecosistemi urbani.

In base alle nuove norme, gli Stati membri dovranno pianificare in anticipo e presentare alla Commissione piani nazionali di ripristino, indicando in che modo conseguiranno gli obiettivi. Dovranno inoltre monitorare e riferire in merito ai loro progressi, sulla base di indicatori di biodiversità a livello europeo.


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