Inquinamento atmosferico e acustico, Corte dei conti Ue: nelle città troppo rumore e smog (Foto di Marcin da Pixabay)

Le città hanno aria più pulita, ma sono ancora troppo rumorose”. Una recente relazione speciale della Corte dei conti europea sull’inquinamento urbano nella Ue evidenzia che i cittadini continuano a essere esposti a inquinamento atmosferico e acustico. La qualità dell’aria è migliorata ma sarà difficile raggiungere gli obiettivi ambientali che l’Europa ha fissato per i prossimi anni, mentre il rumore “è spesso trascurato” e valutare eventuali progressi sull’inquinamento acustico risulta di fatto impossibile.

“La politica dell’UE mira a ridurre l’inquinamento atmosferico e acustico – si legge nella relazione – La Corte ha riscontrato che, nonostante le norme dell’UE siano in vigore da molti anni, le azioni intraprese dalla Commissione e dagli Stati membri selezionati non sono state ancora sufficientemente efficaci nel proteggere i cittadini e l’ambiente dall’inquinamento atmosferico e acustico”.

A questo si aggiunge che l’obiettivo europeo di “zero inquinamento acustico” al 2030 appare troppo ambizioso.

«Sono stati compiuti progressi nella lotta contro l’inquinamento urbano, ma sarebbe un errore dormire sugli allori – ha dichiarato Klaus-Heiner Lehne, il Membro della Corte responsabile dell’audit – L’UE e i suoi Stati membri devono capire che gli obiettivi ambiziosi potranno essere raggiunti soltanto a prezzo di notevoli ulteriori sforzi».

Inquinamento urbano, minaccia per la salute

L’inquinamento urbano nell’UE continua a rappresentare una grave minaccia ambientale per la salute, avverte la relazione della Corte dei conti europea.

“Nonostante i miglioramenti, le città europee sono troppo rumorose e l’inquinamento atmosferico raggiunge livelli eccessivi”, spiega una nota della Corte, per la quale “l’UE e i suoi Stati membri dovranno intensificare gli sforzi per applicare le norme più rigide fissate per gli anni a venire, il che desta particolare preoccupazione”.

I dati sull’impatto dell’inquinamento atmosferico parlano di migliaia di vittime l’anno.

“Tre quarti dei cittadini dell’UE vivono in aree urbane e sono quindi particolarmente esposti all’inquinamento atmosferico ed acustico – ricorda la Corte – L’inquinamento atmosferico uccide almeno 250 000 persone all’anno in Europa, secondo l’Agenzia europea per l’ambiente. Inoltre, l’esposizione prolungata a un rumore eccessivo può avere effetti negativi sulla salute, come disturbi del sonno, ansia, disturbi cognitivi e problemi di salute mentale, che ogni anno sono all’origine di 48 000 nuovi casi di patologie cardiache e di 12 000 decessi prematuri in Europa”.

La Commissione europea dichiara di aver stanziato diversi miliardi di euro per l’obiettivo aria pulita: 46,4 miliardi di euro per il periodo 2014-2020 e 185,5 miliardi di euro per il periodo 2021-2027. Ma c’è ancora molto da fare.

 

Inquinamento atmosferico, dal Consiglio via libera alle nuove norme sulla qualità dell’aria (Foto di Jürgen da Pixabay)

 

Qualità dell’aria e rumore, i due problemi

C’è un miglioramento della qualità dell’aria nell’Unione europea ma l’inquinamento rimane un problema grave, specialmente la concentrazione di biossido d’azoto (NO2) causata da auto e mezzi pesanti. Nel 2022, 10 Stati membri registravano ancora livelli di NO2 superiori all’attuale limite dell’UE. Dato che ben presto le norme sulla qualità dell’aria dell’UE verranno inasprite, le città europee “dovranno impegnarsi ulteriormente per attuarle ed avvicinarsi così ai livelli raccomandati dall’Organizzazione mondiale della sanità”.

C’è poi l’inquinamento acustico. E su questo è improbabile che venga raggiunto l’inquinamento acustico zero al 2030.

“Il rumore è l’altra faccia dell’inquinamento urbano, ed è spesso trascurato”, spiega la Corte dei conti europea, per la quale “è praticamente impossibile valutare i progressi conseguiti nel ridurre questo tipo di inquinamento nell’UE. Il monitoraggio delle emissioni acustiche è lacunoso e tardivo nella maggior parte degli Stati membri, per cui non si riesce a definire una tendenza”.

Le città fanno poi fatica a ridurre l’inquinamento atmosferico e acustico per diversi motivi, fra i quali lo scarso coordinamento tra le autorità e l’adozione di misure di dubbia efficacia, o che raccolgono l’opposizione della comunità locale. Ad esempio, spiega la Corte, nelle zone verdi in cui i pedoni ed i ciclisti hanno la precedenza sulle auto, le misure “comportano benefici per chi vive in quelle zone, ma peggiorano la qualità dell’aria ed i livelli di rumore nelle strade limitrofe”.


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