La Commissione ha deciso di registrare due nuove iniziative dei cittadini europei (Foto Pixabay)

Chiudere allevamenti intensivi e macelli e incentivare la produzione di proteine vegetali e carne coltivata. È una delle due iniziative dei cittadini europei (Ice) che la Commissione europea ha deciso oggi di registrare.

Chiudere allevamenti intensivi e macelli, si legge nell’Iniziativa, “incentivando con i fondi europei la conversione delle attività esistenti nel campo della zootecnia in attività aventi ad oggetto proteine vegetali o proteine coltivate, rappresenterebbe un valido strumento di prevenzione di sempre nuove malattie”.

Questa Ice si chiama “Stop Cruelty Stop Slaughter” (Basta crudeltà: fermiamo la carneficina). Gli organizzatori invitano la Commissione a introdurre incentivi per la produzione di proteine vegetali, compresi i sostituti vegetali di latte e uova, e per la produzione di carne coltivata. Chiedono inoltre di diminuire il numero di animali allevati del 50% ogni anno e di chiudere progressivamente tutti gli allevamenti a scopo alimentare.

Nella pagina dedicata all’iniziativa si legge: “Gli allevamenti intensivi e i macelli sono in conflitto con la Dichiarazione di Parigi e il Trattato di Lisbona i quali riconoscono a Tutti gli Animali gli stessi diritti all’esistenza e li definiscono esseri senzienti. Gli allevamenti intensivi e i macelli, inoltre, rappresentano una costante minaccia alla salute pubblica, per la diffusione di sempre nuove pandemie e di altrettanti problemi a livello igienico e sanitario (salmonella, influenza aviaria, etc.)”.

“Origine in etichetta”

L’altra iniziativa dei cittadini europei che Bruxelles ha deciso di registrare (questa seconda lanciata da Coldiretti, come si evince dalle firme degli organizzatori) si chiama “Stop cibo falso: origine in etichetta“. Invita la Commissione a “proporre misure volte a garantire che i consumatori europei abbiano accesso a informazioni trasparenti rispetto ai prodotti alimentari che acquistano e che siano rispettate le loro aspettative in termini di qualità e sostenibilità”.

L’iniziativa chiede anche di “garantire un’etichettatura chiara ed esplicita dell’origine per tutti i prodotti alimentari e di rispettare standard coerenti dal punto di vista ambientale, sanitario e delle norme sul lavoro nel mercato interno”.

L’iniziativa dei cittadini europei

La decisione di registrare un’iniziativa dei cittadini europei (strumento di partecipazione varato nel 2012 per dare ai cittadini l’opportunità di influire sul programma di lavoro della Commissione europea) si fonda sull’analisi giuridica della sua ammissibilità e non pregiudica le conclusioni giuridiche e politiche della Commissione su tali iniziative, o le azioni da intraprendere qualora una delle iniziative ottenga il sostegno necessario di almeno un milione di cittadini dell’UE. La Commissione le ha registrate perché soddisfano le condizioni formali delle norme ma in questa fase non le analizzate nel merito.

Cosa succede ora? A partire da oggi, data di registrazione delle iniziative, gli organizzatori hanno sei mesi di tempo per avviare la raccolta delle firme. Se le iniziative otterranno entro un anno almeno un milione di dichiarazioni di sostegno, raggiungendo il numero minimo di firmatari previsto in almeno sette diversi Stati membri, la Commissione sarà tenuta a reagire, decidendo se intervenire o no in risposta alla richiesta e motivando la decisione.


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