
Acque reflue urbane, accordo in Europa per gestione più efficace (Foto Pixabay)
Acque reflue urbane, accordo in Europa per una gestione più efficace
Raggiunto un accordo provvisorio fra il Parlamento europeo e il Consiglio sulla proposta della Commissione di rivedere la direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane
«Con l’accordo raggiunto oggi garantiamo non solo un’acqua più pulita per tutti gli europei, ma anche molto altro: un migliore accesso ai servizi igienico-sanitari, l’attuazione del principio “chi inquina paga” e l’autonomia energetica. Questi cambiamenti rivoluzioneranno completamente il settore e lo renderanno più resiliente per i prossimi decenni». Queste le parole con cui Virginijus Sinkevičius, commissario per l’Ambiente, gli oceani e la pesca, ha accolto l’accordo politico provvisorio raggiunto oggi tra il Parlamento europeo e il Consiglio sulla proposta della Commissione di revisione della direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane.
Acque reflue urbane, nuove norme più vicine
“La direttiva riveduta rafforzerà notevolmente la protezione della salute umana e dell’ambiente dagli scarichi nocivi delle acque reflue urbane. Porterà inoltre a fiumi, laghi, acque sotterranee e mari più puliti in tutta Europa – spiega Bruxelles – Con le nuove misure in vigore, un maggior numero di nutrienti sarà rimosso dalle acque reflue urbane e saranno applicate nuove norme ai microinquinanti. La direttiva si applicherà ora a un numero più ampio di aree, in quanto riguarderà anche gli agglomerati più piccoli a partire da 1,000 abitanti”.
Secondo il principio “chi inquina paga”, la nuova legge garantirà inoltre che i costi di tale protezione siano parzialmente coperti dall’industria responsabile, piuttosto che dalle tariffe idriche o dal bilancio pubblico.
Riduzione e monitoraggio degli inquinanti
La nuova direttiva, spiega la Commissione europea, richiederà l’eliminazione di un maggior numero di nutrienti e microinquinanti dalle acque reflue urbane, in particolare quelle provenienti da prodotti farmaceutici e cosmetici tossici. Verrà introdotto il monitoraggio sistematico delle microplastiche negli scarichi e ci sarà un ulteriore monitoraggio delle sostanze chimiche “per sempre”, come le PFAS, che migliorerà le conoscenze esistenti sulla diffusione di queste sostanze nelle acque reflue urbane.
La nuova direttiva, aggiunge Bruxelles, attuerà per la prima volta il principio “chi inquina paga” nel settore idrico in modo specifico e le industrie più inquinanti dovranno pagare gran parte dei costi di riduzione dei microinquinanti. Nelle acque reflue urbane saranno monitorati parametri sanitari come la resistenza antimicrobica o la SARS Covid in caso di pandemia.
Gli Stati avranno poi obblighi di gestione delle forti piogge. Il settore delle acque reflue deve infatti adattarsi ai cambiamenti delle condizioni climatiche. Per le grandi città, gli Stati dovranno elaborare sistematicamente piani di gestione integrata per far fronte alle acque meteoriche; per le città più piccole, dovranno farlo quando le acque meteoriche presentano un rischio.
Il Parlamento europeo e il Consiglio dovranno ora adottare formalmente la nuova direttiva prima che questa possa entrare in vigore. Entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE.
