Presentata ieri a Strasburgo il progetto di supervisione bancaria europea. La Bce avrà tutte le 6000 banche del continente sotto controllo e agirà di concerto con le autorità nazionali e l’Autorità bancaria europea. Rimane pressoché invariato l’accordo internazionale sugli standard bancari Basilea III. Scettica la Germania. Non tutti i Paesi applicheranno i nuovi regolamenti. Soddisfazione all’Europarlamento, dove però i deputati lamentano il gap democratico.

Principali compiti della Bce nell’ambito del nuovo meccanismo di supervisione europea. La Bce assumerà la responsabilità di compiti come il rilascio delle autorizzazioni bancarie, la conformità ai requisiti patrimoniali e in materia di leva finanziaria e liquidità, nonché la vigilanza sui conglomerati finanziari di tutte le 6000 banche europee. La Bce potrà intervenire tempestivamente nel caso in cui una banca violi o rischi di violare i requisiti patrimoniali chiedendo alla stessa di adottare misure correttive o, in misura estrema, ritirandone la licenza bancaria. Dal 1 gennaio 2013 saranno messe sotto controllo tutte le banche sistematiche, mentre per le altre se ne parlerà a partire dal gennaio 2014.
Convivenza con le autorità nazionali e l’Abe. Le autorità bancarie nazionali assisteranno la Bce nel suo nuovo compito mettendone in pratica le decisioni ma sempre sotto il controllo della Bce. Le autorità nazionali, inoltre, rimarranno responsabili per alcuni compiti come la protezione dei consumatori, il trattamento delle notifiche degli istituti di credito sull’apertura o la fornitura di servizi, il controllo degli istituti fuori dall’Ue ma con attività all’interno dell’Unione, la lotta al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo. La Bce coopererà anche con l’Autorità bancaria europea Abe, con sede a Londra, nell’ambito del Sistema europeo di vigilanza finanziaria. Il ruolo dell’Abe sarà simile a quello odierno: essa continuerà ad elaborare il corpus unico di norme applicabile a tutti i 27 Stati membri e si assicurerà che le prassi di vigilanza siano uniformi in tutta l’Unione.
Critiche tedesche: impossibile mettere sotto controllo 6000 banche. Nei giorni precedenti l’annuncio della Commissione europea, il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble aveva invitato Mario Draghi e gli alti vertici delle istituzioni europee a non dare “false aspettative”. Secondo Berlino sarà infatti inverosimile per la Bce mettere sotto controllo l’intero sistema bancario europeo. Per questo Schäuble aveva proposto di monitorare solo le grandi banche sistemiche (una sessantina) lasciando perdere le altre. Questa controproposta è stata subito scartata dal Commissario Ue al mercato Interno Michael Barnier perché non avrebbe evitato i crac di istituti come come Bankia in Spagna, Dexia in Belgio e Northern Rock in Gran Bretagna.
Supervisione bancaria, uno dei quattro pilastri della nuova unione bancaria europea. L’istituzione di un meccanismo di vigilanza unico (SSM) per tutte le banche della zone euro fa parte del più ampio progetto di unione bancario presentato dalla Commissione europea lo scorso giugno dopo l’endorsement del Consiglio europeo del 28-09 giugno. Gli altri tre sono un fondo generale di ricapitalizzazione, un fondo di garanzia per i depositi e un regolatore centrale. La proposta presentata da Bruxelles il 10 giugno ha come obiettivo principale l’intervento tempestivo nel caso la situazione finanziaria di una banca si deteriorasse garantendo il salvataggio delle funzioni essenziali di quest’ultima ed evitando nel contempo che i costi della ristrutturazione e della risoluzione delle crisi ricadano sui contribuenti europei.
Praticamente inalterato l’accordo internazionale bancario Basilea III. Secondo la Commissione europea, il nuovo meccanismo di supervisione non interferirà significativamente con Basilea III, l’accordo internazionale che stabilirà presto i nuovi requisiti a cui le banche dovranno uniformarsi come, ad esempio, il minimo di capitale che ogni istituto dovrà mantenere. Il nuovo regolamento, secondo il memo di Bruxelles, richiederà solo “piccoli aggiustamenti” al proposta Capital Requirements Directive (CRD) IV che tradurrà in pratica all’interno dell’Ue gli accordi presi da Basilea III.
Supervisione, un cammino tutt’altro che facile. Il trattato sul funzionamento dell’Unione europea sancisce che per entrare in vigore i due regolamenti proposti ieri dalla Commissione dovranno essere approvati all’unanimità da tutti i 27 Paesi membri. Successivamente ogni Paese, sia della zona euro che non, potrà decidere se implementarlo o meno. Scontati i No della maggior parte dei Paesi non Euro come la Gran Bretagna. Tutto da verificare il funzionamento di un tale meccanismo solo in alcuni Paesi.
Alcune critiche dall’Europarlamento. La maggior parte degli eurodeputati ha accolto con favore la proposta della Commissione. Tuttavia, sul fondo di un progetto condivisibile, alcuni deputati hanno sollevato alcune critiche. Guy Verhofstadt, leader del gruppo dei liberali, soddisfatto nel complesso della proposta, ha però criticato l’approccio “intergovernativo” e lo “scavalcamento” del Parlamento europeo. Anche  Sharon Bowles, presidente della commissione ECON Affari economici al Parlamento europeo, ha parlato di “molte questioni rimaste aperte” come la “mancanza di legittimazione democratica” dovuta da “l’estromissione del parlamento europeo”.
 
@AlessioPisano


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1 thought on “Europa: supervisione bancaria, un passo verso l’unione bancaria europea

  1. Si parla sempre di denaro,banche e simili ma di un vero PARLAMENTO POLITICO Europeo con elezione dei rappresentanti scelti dal popolo Europeo, se ne parla sempre ma non sse ne fa niente

Parliamone ;-)

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