Si è conclusa la due giorni di Eurogruppo ed Ecofin che ha dato l’ok definitivo agli aiuti internazionali alla Grecia. Concessa una deroga al deficit spagnolo nel 2012. Ministri delle finanze divisi invece sulla strategia da adottare sulla Tobin tax.
130 miliardi alla Grecia. Dopo mesi di trattative, l’Ue ha dato l’ok defintivo alla seconda tranche di aiuti internazionali ad Atene. Si tratta del secondo piano di aiuti che “deve avvenire prima del 20 marzo”, quando giungeranno a scadenza 14,5 miliardi di euro di titoli greci. 30 miliardi sono già stati erogati. Il Ministro alle finanze greco Evangelos Venizelos ha giudicato fondamentale la partecipazione dei privati, che “attualmente ha raggiunto il 96%”.Adesso bisogna aspettare la risposta dei mercati, anche se i primi segnali non sono stati molto incoraggianti. Il Presidente della Commissione europea José Manuel Barroso ha accolto la decisione positivamente commentando che “chi dice che il default della Grecia è la soluzione non è politicamente e intellettualmente onesto”
Deroga al deficit spagnolo. La Spagna non rientrerà nei limiti di deficit stabiliti dal nuovo fiscal compact al 3% per l’anno 2012. I ministri dell’Eurozona hanno approvato una deroga al 5,3% dell’obiettivo di riduzione del deficit spagnolo invece del 5,8% chiesto da Madrid, che sarà quindi costretta ad ulteriori tagli per 5 miliardi di euro nel corso dell’anno (arriviamo quindi a 35 miliardi).La decisione dell’Eurogruppo ha destato le proteste dell’Ungheria che si è vista invece punire per il deficit eccessivo che ha comportato il congelamento dei fondi strutturali Ue destinati allo sviluppo. “Non abbiamo usato due pesi e due misure”, chiarisce da Strasburgo il Presidente della Commissione europea José Manuel Barroso.
Europa sempre più divisa sulla Tobin Tax. Alla riunione dell’Ecofin si è tornati a parlare della di tassazione delle transazioni finanziarie. Il Premier italiano Mario Monti ha sottolineato che “l’Italia è favorevole” ma solo “ad una soluzione europea”. Monti ha i colleghi dell’Eurozona a non trincerarsi dietro la scusa che questa tassa si possa introdurre solo a livello globale, perché anche se “è una proposta pertinente ma non deve diventare una scusa per paralizzare la nostra attività”. D’accordo il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, secondi cui dire no sarebbe “irresponsabile”. Resta invece il No di Repubblica Ceca e Gran Bretagna. Sulla cosiddetta Tobin tax “la nostra posizione resta sempre la stessa”, ha ribadito il sottosegretario al Tesoro britannico, Mark Hoban. Scettici anche i Paesi Bassi. “Ci chiediamo se questo sia il modo più efficiente” per regolamentare il settore, ha detto il ministro delle Finanze olandese, Jan Kees de Jager. Anche la Svezia propende per il No. “La Tobin tax sarebbe molto difficile da accettare per noi, avremmo difficoltà a votare per il Si, quindi chiediamo se vi siamo alternative”, ha detto il ministro svedese delle Finanze Anders Borg.
Chi succederà a Jean-Claude Juncker alla guida dell’Eurogruppo? Indiscrezioni trapelate nel pomeriggio di ieri, vedevano Mario Monti favorito alla successione del Premier lussemburghese dimissionario il prossimo luglio. Fonti diplomatiche hanno però smentito le indiscrezioni pubblicate dal quotidiano Le Monde, secondo cui Monti sarebbe stato avvicinato da Van Rompuy. “Il Presidente del Consiglio europeo ha ricevuto il mandato di fare consultazioni con i Paesi membri dell’eurozona sulla successione a Juncker”, ma ancora nulla sembra essere stato deciso. Il successore più probabile resta quindi il Premier finlandese Jyirki Kaitanen, che però è malvisto da greci, portoghesi, spagnoli per via delle dure richieste fatte ad Atene per l’aiuto internazionale, dal momento che l’Olanda si è tirata indietro. La Germania preferirebbe, infatti, che alla guida dell’Eurogruppo ci fosse un Paese “tripla A” (Germania, Olanda, Finlandia, Lussemburgo).
di Alessio Pisanò


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