Gli italiani chiedono un’Europa più forte e confermano un sostanziale pragmatismo nei confronti delle istituzioni dell’Ue. È quanto emerge dai risultati del sondaggio Eurobarometro Standard 90 “Opinione pubblica nell’Unione europea” (eb90_nat_it_it) dal quale si constata che il 60% degli italiani chiede che più decisioni siano prese a livello europeo, dato in aumento rispetto alla precedente rilevazione ( 58%). Il 51% si dice ottimista sul futuro dell’UE, anche se la percentuale è in calo rispetto al precedente 54%. 

Gli italiani sembrano auspicare una maggiore accelerazione nel processo di integrazione europea che ritengono al momento sia troppo lenta.  La maggioranza relativa del campione (il 46%) vorrebbe infatti che la costruzione dell’Unione Europea procedesse a ritmo più elevato, contro un 43% degli intervistati che preferisce invece una velocità moderata. 

È questo un punto in cui si rileva la distanza tra le aspirazioni, da parte dei cittadini italiani, ad un’Europa più integrata e la realtà percepita. 

Il 60% del campione italiano ritiene infatti che l‘UE stia andando in generale nella direzione di una minore integrazione, rispetto al 49% rilevato nell’ultimo sondaggio Eurobarometro del marzo 2018. 

Altro dato in chiaroscuro è il leggero aumento (dal 41% al 43%) degli intervistati che immaginano un futuro migliore per l’Italia al di fuori dell’UE, anche se la maggioranza (48%) degli italiani resta convinta che le sorti del Paese non migliorerebbero uscendo dall’UE. 

Si tratta sempre di una percentuale inferiore alla media dei 28 paesi UE dove il 61% non vedrebbe miglioramenti da un’uscita dall’UE per i propri paesi, salvo in Gran Bretagna i cui cittadini (il 44% ) continuano a considerare in modo positivo la cosiddetta Brexit.

Per contro, è alto (63%) il sostegno degli italiani alla moneta unica, tendenza in aumento anche se la percentuale di favorevoli tra gli italiani risulta inferiore a quella delle altre grandi economie dell’Eurozona ( 75% ).

Il 59% – inoltre – degli intervistati italiani si sente cittadino europeo ed il 56% si identifica con la bandiera europea a dodici stelle. Tuttavia il 60% del campione italiano ritiene che l’UE stia andando in generale nella direzione di una minore integrazione, rispetto al 49% rilevato nell’ultimo sondaggio Eurobarometro del marzo 2018.

La disoccupazione rimane la principale sfida per il Paese secondo la maggior parte del campione italiano. Circa la metà degli intervistati (49%) indica l’assenza di lavoro tra i maggiori problemi dell’Italia (in lieve aumento dal 48% rilevato nell’ultimo sondaggio). 

La seconda sfida più frequentemente evidenziata dagli italiani è l’immigrazione, che è annoverata dal 32% del campione tra le priorità che l’Italia deve affrontare. Il dato è però in calo dal 35% registrato nel marzo del 2018. Tra il campione europeo, l’immigrazione è vista come un problema prioritario dal 21% degli intervistati. I soli paesi in cui la preoccupazione per il fenomeno è più elevata che in Italia, sono Malta (50%) e Germania (36%). 

Il terzo problema sollevato dagli italiani è la situazione economica che preoccupa il 24% del campione, anche se in leggero calo dal 25% rilevato in precedenza. La questione è evidenziata soprattutto dai giovani che si affacciano al mondo del lavoro di età tra i 25 e i 34 anni, tra cui la percentuale balza al 32%. Meno preoccupati del problema sono gli adulti tra i 35 e 44 anni, e i pensionati. 

Infine, tra le preoccupazioni degli italiani vi è il debito pubblico che è indicato come priorità dal 16% del campione, in aumento dal 14%. Il problema è percepito soprattutto tra gli intervistati che dicono di appartenere alla classe più abbiente della popolazione. Tra di loro il 29% indica il debito pubblico tra le principali sfide per il Paese. 


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