Ecofin, verso l’approvazione del nuovo “fiscal compact”
Si è concluso positivamente la due giorni di meeting tra i Ministri delle finanze europei a Bruxelles. I 27 hanno compiuto un importante passo in avanti verso l’approvazione del nuovo “Patto fiscale” concordato tra i rappresentanti dei Paesi Ue e delle istituzioni europee il 19 gennaio scorso. Sul tavolo dell’Ecofin e dell’Eurogruppo anche la situazione della Grecia e le riforme italiane.
Pollice alto dell’Ue alle riforme e liberalizzazioni Monti. I Ministri europei hanno espresso soddisfazione per i passi avanti fatti dall’Italia sotto la guida Monti. “L’Italia sta facendo la propria parte”, ha detto il Premier italiano, parole confermate dall’ottimismo del presidente dell’Eurogruppo Jean Claude Juncker. “Vogliamo riformare l’Italia, nella comprensione delle esigenze delle categorie, ma facendo rispettare le leggi”, ha detto Monti in conferenza stampa. “Il governo è consapevole che i provvedimenti adottati creano opposizioni, preoccupazioni e ansia”. “Lo sforzo che dobbiamo fare come governanti pro tempore è spiegare, meglio che possiamo, il contenuto e la ragione di ogni misura prodotta, di un esercizio di sacrificio per la crescita che riguarda tutte le categorie, spiegare che ciò che forse ha frenato la crescita economica italiana è stata una gerarchia di valori, spesso anche nel mondo politico, secondo la quale il legittimo interesse di una categoria viene prima dell’interesse generale”.
Più chiarezza sui derivati. È il primo precipitato della riunione dei 27. Il Ministro dell’Economia della Danimarca, Margrethe Vestager, che detiene la Presidenza di turno dell’Ue, ha detto che “sulla base del lavoro fatto dalla Presidenza polacca abbiamo raggiunto un accordo che ci permette adesso di lavorare col Parlamento europeo per aumentare la trasparenza in questo mercato. È un importante accordo preso a Ventisette. Stiamo lavorando uniti su questa delicata questione”. Oltre ad aumentare la trasparenza, l’obiettivo è ridurre i rischi nel mercato dei derivati over-the-counter. Il compromesso è stato reso possibile dall’accordo sulle procedure per autorizzare le controparti centrali e il ruolo dell’Autorità Ue dei mercati finanziari (Esma).
2012, anno di recessione per tutta Europa. Questa è la previsione del Commissario Ue Affari economici Olli Rehn, che ha allo stesso tempo auspicato un rafforzamento parallelo delle difese europee e delle risorse del Fondo monetario internazionale (Ems) per far fronte alla crisi dell’Eurozona e riportare la fiducia nei mercati. Tuttavia, secondo Rehn, “’diversi fattori puntano nella direzione di una recessione moderata nel primo semestre del 2012”.
Aumentare la potenza di fuoco del Fondo Salva Stati. Il Commissario Rehn ha sottolineato l’importanza di “rafforzare i firewall finanziari e rafforzare le regole della governance economica” al fine di rilanciare “una crescita positiva probabilmente da rimandare alla seconda metà dell’anno”. In merito alla ritrosia tedesca di aumentare il budget del Fondo, Mario Monti si è detto possibilista, ammettendo che “le posizioni nazionali possono cambiare” e che “se gli importi saranno di dimensione tali da renderli credibili per i mercati, è molto probabile che non debbano mai essere sborsati”. Tuttavia il Premier italiano ha smentito le indiscrezioni trapelate sulla stampa tedesca circa l’aumento dell’Ems da 500 a 1000 miliardi di euro.
Fino al 13 febbraio di tempo per la Grecia per assicurare l’Ue. Restano poco più di venti giorni ad Atene per assicurare Bruxelles sulla sua capacità di far fronte alla crisi del debito. Nonostante ieri l’accordo con i creditori privati sembrava in alto mare (visto il disaccordo sulla percentuale di rendita dei bond greci a lungo termine), il Commissario Ue Olli Rehn si è detto ottimista: “L’accordo è molto vicino”. “Meglio averlo in gennaio piuttosto che in febbraio”. Se questo non dovesse giungere entro marzo, la Grecia rischierebbe il default non controllato in quanto non in grado di pagare circa 15 miliardi di euro di debiti che giungeranno a maturazione proprio a marzo.
La soluzione è il mercato unico. Non ha dubbi il Commissario Ue al Mercato interno, il francese Michel Barnier: “Quando si guarda l’Europa dall’Asia, una regione ricca di paesi emergenti, si vede che il suo elemento di forza è il mercato unico, con i suoi 500 milioni di consumatori e 22 milioni di imprese”. Secondo Barnier, “è in questo spirito, seguendo le raccomandazioni di Mario Monti di oltre un anno e mezzo fa (“Rapporto sul futuro del mercato unico”, ndr), vediamo che il mercato unico non dà misure per la crescita immediate” ma che sul medio termine si possono avere “tre o quattro punti di crescita”. Barnier ha poi aggiunto di sperare che “si trovi presto un accordo sul brevetto europeo. Esistono 50 proposte della Commissione per facilitare la mobilità di tecnologia, conoscenze e capitali all’interno del mercato. E altre dodici proposte saranno avanzate in primavera”.
di Alessio Pisanò
