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Non tutti i pazienti che necessitano di trapianto possono riceverlo a causa dello scarso numero di donatori. Il Parlamento Europeo ha organizzato un dibattito sull’argomento.
Il trapianto è un’efficace terapia per alcune gravi malattie che colpiscono gli organi o tessuti del corpo umano e che non sono curabili in altro modo. Grazie all’esperienza acquisita negli ultimi anni, in determinate circostanze il trapianto consente al paziente una durata e una buona qualità di vita rispetto ad altre terapie. Non tutti i pazienti che necessitano di trapianto però possono riceverlo a causa dello scarso numero di donatori. Se n´è parlato in una conferenza al Parlamento europeo organizzata dalla commissione Ambiente, Salute pubblica e Sicurezza alimentare. 
Aumenta il bisogno in seguito all’aumento di patologie gravi su scala mondiale. Secondo il Professor Dietger Niederwieser, presidente del Worldwide Network for Blood & Marrow Transplantation (WBMT), certe malattie, come leucemia e determinati tipi di tumori, sono in aumento del 30 per cento in Europa. Da qui il sempre maggior bisogno di donatori, che spesso, purtroppo, vengono reperiti solo tra i familiari. Questo diminuisce la possibilità sia d’intervento tempestivo che di compatibilità di determinati organi o tessuti, visto che non sempre è scontata.
Ci sono varie società che si occupano di organi, tessuti e cellule umane al mondo. La maggior parte di loro sono di base in Usa e Europa, mentre sono quasi del tutto assenti in Africa e pochissime in Russia. Purtroppo la disponibilità di organi, tessuti e cellule umane è in relazione al Pil dei Paesi. Ci sono vere e proprie “CB banche”: 57 in Europa, 26 in USA, 42 Sud est asiatico.
Fondamentali le questioni etiche per sviluppare i trapianti. Katharine Wright, vice direttrice del Nuffield Council on Bioethics, ha sottolineato l’importanza delle considerazione etiche come “come sono ricavati questi materiali” e “quanto deve spingersi la società per ottenerli”.  “Stiamo parlando della vita di persone, anche dei donatori stessi”, ha detto la Wright. La vicedirettrice ha poi preso in esame i vari regimi esistenti che regolano la gestione di organi e tessuti nel mondo: acquisto, ricompensa, rimborso o compensazione. La dottoressa ha spiegato come sia importante non far passare nell’opinione pubblica l’idea che si tratti di un “commercio” qualsiasi.
Il trapianto di organi è regolamentato da direttive europee. Il professor David Price, esperto di medicina legale del dipartimento di Legge dell’università di Leicester, ha chiarito la normativa europea a cornice del trapianto di organi, tessuti e cellule umane. La direttiva Ue 200/23/EC chiarisce che “i Paesi membri devono sforzarsi di assicurare la volontaria e non lucrativa donazione di tessuti e cellule. I donatori possono ricevere una compensazione, la quale deve essere strettamente limitata ai costi e inconvenienti relativi alla donazione stessa”. Ma maggior parte dei Paesi Ue, infatti, hanno previsto dei rimborsi per le spese mediche legate alla donazione, e in qualche caso ci sono chiari limiti alle spese stesse, come in Gran Bretagna.
Invecchiamento della popolazione e trapianto da cadaveri. Alessandro Nanni Costa, direttore generale del Centro Nazionale Trapianti (CNT), ha subito chiarito che “l’Italia è a favore solo della donazione gratuita e volontaria perché il corpo è un bene comune che non si può vendere”. Nanni Costa ha poi ricordato che l’Organizzazione mondiale della sanità ha sottolineato l’importanza che ogni Paese abbia un numero di organi e tessuti sufficienti alle proprie esigenze. “Dobbiamo puntare allo sviluppo di questo settore”. Il professore ha poi ricordato l’importante messaggio della Dichiarazione di Istanbul sul traffico di organi e sul turismo da trapianto. Una soluzione, secondo lui, potrebbe essere “sviluppare la donazione da cadavere”. Per questo “bisogna usare delle tecniche particolari”. Per questo sono fondamentali la “formazione” degli addetti del settore e dei familiari delle vittime-donatori, nonché la “trasparenza” dell’intero processo, “visto che la donazione presuppone la fiducia dei cittadini”.
Le cellule staminali da cordone ombelicale, un sistema da perfezionare. Il trapianto di cellule staminali emopoietiche rappresenta una terapia salvavita consolidata e di grande successo per la cura di numerose e gravi malattie del sangue. Dati recenti evidenziano che in Europa vengono effettuati circa 20.000 trapianti di cellule staminali emopoietiche ogni anno, di queste oltre 5000 in Italia. Tuttavia il settore deve ancora raggiungere livelli di efficienza ottimali.
Euroset, il registro di cellule e tessuti europeo. Si tratta di un esempio di trasparenza con accesso pubblico gestito dall’Italia in collaborazione con altri Paesi e società. Nanni Costa ha ribadito l’importanza di evitare la commercializzazione di questi tessuti che “non devono essere venduti, ma invece donati, per non dare luogo a utili commerciali”. “I costi devono essere conosciuti, ma questi sono diversi dagli utili. Non possiamo accettare i sistemi privati”.
di Alessio Pisanò


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