Smartphone, tablet, bancomat, biglietterie automatiche, servizi bancari e di trasporto saranno più accessibili per disabili e anziani. Questo l’obiettivo dell’Atto di accessibilità europeo approvato oggi in via definitiva dal Parlamento europeo: un provvedimento che vuole migliorare la vita quotidiana di chi ha una disabilità e degli anziani e aprire al tempo stesso a una maggiore innovazione in settori e servizi chiave collegati all’economia digitale.

La nuova direttiva, già concordata provvisoriamente con i Ministri UE nel novembre scorso, stabilisce i requisiti per rendere più accessibili una serie di prodotti e servizi. Fra questi, evidenzia il Parlamento europeo, ci sono biglietterie e distributori automatici, bancomat e altri terminali di pagamento, computer e sistemi operativi, smartphone, tablet e TV, servizi bancari per i consumatori, e-book e software dedicati, servizi di e-commerce e servizi di trasporto passeggeri per via aerea, mare, ferroviaria e su gomma, con informazioni in tempo reale sul viaggio.

L’Atto di accessibilità europeo indica i prodotti e i servizi che devono diventare più accessibili, senza imporre soluzioni tecniche dettagliate, aprendo così la strada all’innovazione, mentre esenta da alcuni obblighi le microimprese. Ha spiegato il relatore Morten Løkkegaard (ALDE, DK): “Queste regole tanto attese faranno una grande differenza non solo per i milioni di cittadini disabili, ma per molte più persone, come gli anziani. Una persona disabile sarà presto in grado di utilizzare dispositivi più facilmente self-service e prodotti di uso quotidiano come computer, telefoni ed e-book. Anche le imprese europee avranno maggiori opportunità, poiché siamo stati in grado di includere gli appalti pubblici nella legge e di introdurre delle disposizioni che alleggeriranno le micro-imprese. I consumatori disabili avranno ora un maggiore accesso all’economia digitale e l’innovazione sarà ancora possibile”.

Per entrare in vigore, il progetto di direttiva deve ora essere approvato formalmente dal Consiglio e pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Ue. Gli Stati membri disporranno poi di tre anni di tempo per introdurre le nuove disposizioni nella legislazione nazionale e di sei anni per la loro applicazione.


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