Troppe donne arrivano in pronto soccorso perché vittime di violenza
Fra il 2017 e il 2019 oltre 16 mila donne sono arrivate in pronto soccorso perché avevano subito un trauma o un’aggressione. Durante il lockdown si sono aggravati i casi di maltrattamento in casa. Oggi la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Dati choc per una piaga che continua
Troppe donne arrivano in pronto soccorso perché vittime di violenze. Fra il 2017 e il 2019 oltre 16 mila donne più o meno giovani sono arrivate in pronto soccorso per un trauma o un’aggressione. In quasi un caso su quattro sono arrivate attraverso il 118. Durante il lockdown, poi, fra le mura domestiche che dovevano salvare dalla pandemia, le donne che subivano violenze e umiliazioni si sono ritrovate intrappolate. Il lockdown ha aggravato i maltrattamenti in casa e le violenze domestiche.
Oggi la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne
La giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne si apre con due nuovi casi di femminicidio e con una ridda di dati che testimoniano quanto la violenza sia diffusa, endemica, lontanissima dal venire estirpata.
Nei primi dieci mesi del 2020 sono stata uccise 91 donne, una ogni tre giorni (Eures).
Il 31,5% delle donne fra i 16 e i 70 anni ha subito una violenza fisica nel corso della sua vita. Nel periodo del lockdown, la scorsa primavera, ci sono stati oltre 15 mila contatti al numero di emergenza 1522. Il dato è più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Fra questi le richieste di aiuto attraverso chat sono quintuplicate e sono passate da 417 a 2666 (Istat).
Fra il 1° agosto 2019 e il 31 luglio 2020 sono stati avviati 1.083 procedimenti penali sul revenge porn. Sono state aperte 82 inchieste e ci sono state 35 richieste di rinvio a giudizio per deformazioni della persona attraverso lesioni al viso. In questo periodo, tenuto conto anche del lockdown, «è aumentata dell’11% la percentuale dei procedimenti iscritti per il reato di maltrattamenti contro familiari e conviventi: un sensibile incremento delle denunce è avvenuto tra il 1° gennaio e il 31 maggio 2020» (Ministero della Giustizia).
Donne in pronto soccorso per maltrattamenti
Dal Ministero della Salute arriva anche uno spaccato sulle donne che accedono in pronto soccorso perché vittima di un’aggressione. Troppe.
«I dati che il Ministero della Salute ha raccolto presso i Pronto Soccorso nel triennio 2017-2019 – ha detto la Sottosegretaria di Stato alla Salute Sandra Zampa – ci consegnano un quadro ancora preoccupante, che dimostra come la violenza di genere sia un fenomeno ampio e diffuso: le donne che hanno avuto almeno un accesso in Pronto Soccorso con l’indicazione di diagnosi di violenza tra il 2017 e il 2019 sono state 16.140 per un numero totale di accessi in Pronto Soccorso con l’indicazione di diagnosi di violenza nell’arco del triennio pari a 19.166».
Violenza diffusa contro donne di tutte le età
Lo spaccato che emerge è una violenza diffusa contro donne di tutte le età, anche se quasi sei donne su dieci fra quelle che arrivano in pronto soccorso hanno fra 18 e 44 anni. Oltre il 14% è minore. Quasi un quarto degli accessi arriva attraverso il 118.
«Il 57% degli accessi è di donne che hanno tra i 18 e i 44 anni, il 24,4% hanno tra 45 e 64 anni, mentre le minorenni costituiscono il 14,3% del totale e le donne con più di 64 anni sono il 4,3% – prosegue Zampa – Se due accessi su tre avvengono perché la donna si reca in Pronto Soccorso di propria iniziativa, quasi un accesso su quattro richiede l’intervento del 118. Al 37% di accessi di donne minorenni è assegnato un triage dopo la visita giallo e al 2% un triage rosso».
In quasi la metà dei casi, il 44%, gli accessi in Pronto Soccorso avvengono a causa di un trauma, in più del 70% il trauma rilevato è l’aggressione.
Come denunciato già in primavera, il lockdown durante l’emergenza Covid ha aggravato i casi di maltrattamento tra le mura domestiche.
«L’emergenza pandemica provocata dal coronavirus – spiega la Sottosegretaria – ha di fatto acuito il fenomeno della violenza contro le donne: basti pensare al Numero Rosa 1522, che tra marzo e giugno 2020 ha registrato un numero di chiamate, sia telefoniche sia via chat, più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente».