Nelle stazioni ferroviarie del Lazio ci sono due grandi assenti: informazioni e accessibilità ai servizi per persone con disabilità. “Il disabile sembra essere un soggetto sconosciuto alle ferrovie, in quanto viene ignorato nel suo diritto più elementare, quello della mobilità. Le stazioni precipitano ai livelli minimi di standard qualitativo quando si tratta di garantire l’accessibilità, sia alla stazione che al treno. Molto spesso manca l’informazione circa l’esistenza del servizio, per cui, presente o meno, mancando le indicazioni è facile che l’utente non se ne serva, da qui l’inaccessibilità”. Sono le conclusione cui giunge il progetto realizzato dal CodiciInformazioni e stazioni senza barriere” con il contributo della Regione Lazio-Direzione Regionale Trasporti.
Nel progetto sono state esaminate le stazioni gestite da RFI Spa (per la rete ferroviaria nazionale) e da materiale rotabile (gestito da Trenitalia Spa), distribuiti lungo le 8 linee ferroviarie denominate FR presenti sull’intero territorio della Regione Lazio. E sono state svolte indagini e rilevazioni sia nelle stazioni sia a bordo treno.
Risultato? “Dai dati a disposizione, troppo spesso emerge una situazione di totale inaccessibilità per i disabili, visto lo stato cronico di degrado e di abbandono in cui versano molte stazioni e l’insufficienza del servizio di informazione erogato a bordo treno”, afferma Codici. I dati ricavati dall’indagine confermano infatti servizi carenti e scarsa informazione, che si riflette sull’accessibilità ai servizi. Nel 90% dei casi manca l’informazione base che serve, ad esempio ad un soggetto ipovedente o non vedente a raggiungere il treno, mancano le indicazioni in braille, sono assenti informazioni relative al livello di accessibilità per i disabili.
Sul totale degli indicatori utilizzati nella ricerca, soltanto l’informazione relativa alla diffusione dei dati inerenti l’arrivo, la partenza, il ritardo, la soppressione del treno e la chiarezza nell’erogazione di queste informazioni sono di livello pressoché buono quasi ovunque.
Nello specifico, spiega Codici, tra le stazioni che hanno raggiunto complessivamente un punteggio elevato, ci sono Frascati (FR 4 –f), Bagni di Tivoli (FR 2), Civitavecchia (FR 5) e Formia (FR 7), ma rappresentano una sparuta minoranza. Frequenti, al contrario, sono le stazioni che raggiungono appena la sufficienza, come Roma Tuscolana (FR 1) Guidonia – Montecelio (FR 2), Valle Aurelia (FR 3), Pavona (FR4 – v), Ceprano (FR 6), Pomezia (FR 7) e Lavinio (FR 8). Il quadro generale peggiora quando si fa riferimento alle persone disabili, per le quali c’è scarsa attenzione da parte delle strutture ferroviarie.
La stazione più accessibile, afferma Codici, è quella di Ladispoli (FR 5) che ha ottenuto la valutazione “buono”. La stazione presenta infatti buone indicazioni e presenza di dispositivi per contattare il personale della struttura, per muoversi all’interno della stessa anche per i soggetti con disabilità. La voce dell’inaccessibilità viene condivisa da Monterotondo (FR 1), Tivoli (FR 2), Viterbo P.F. (FR 3), Lanuvio e Cecchina (FR 4), Pantanella (FR 4), Sezze Romano (FR 7), Padiglione (FR 8). Queste stazioni non garantiscono i livelli minimi di qualità del servizio. Tor Sapienza(FR2) è invece la stazione fantasma per eccellenza. Le informazioni per gli utenti disabili, e non, sono completamente assenti e, di conseguenza, anche l’accessibilità ai servizi è gravemente limitata.
Tutto questo si inquadra in un contesto che vede il Lazio ai primi posti per popolazione pendolare: questa infatti è pari al 48,2% e si colloca al di sopra della media nazionale (47%). Sono 2,5 milioni gli spostamenti giornalieri della popolazione residente così ripartiti: Roma con circa 1 milione e 800 mila; Latina con circa 227 mila, Frosinone con circa 214 mila, Viterbo con circa 125 mila e Rieti con circa 64 mila. E ci sono più di 160 mila persone che entrano ed escono quotidianamente dalla Capitale in treno.


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