Incomprensibile l’atteggiamento dei medici di famiglia della FIMMG in relazione alle norme definite nello spending review che obbligano il medico di famiglia a definire nella ricetta medica il principio attivo per la terapia dei propri pazienti, lasciando peraltro la libertà di prescrivere con motivazione altri farmaci, quali i “griffati”, che non siano della categoria degli equivalenti”. A dirlo sono Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef, secondo cui la ratio della norma va ricercata nel fatto che nel nostro Paese è assai limitato il ricorso ai farmaci equivalenti: “L’Italia si attesta a percentuali infime di circa il 15% contro una media di oltre il 50% degli altri Paesi, perdendo risparmi che si possono quantificare in 6-700 milioni euro annui”. Gli equivalenti- contiuano le Associazioni – non sono l’unico elemento di possibile risparmio in ambito sanitario. Ulteriori vantaggi potrebbero derivare dalla messa in produzione e dalla commercializzazione delle confezioni conformi alle terapie per evitare sprechi. Lo stesso vale per le confezioni monodose: per un mal di testa o per l’acidità di stomaco è sufficiente prendere una pasticca, quindi essere obbligati ad acquistare una confezione da dieci o venti pastiglie è inutile e dispendioso. Da questo punto di vista i risparmi si possono quantificare complessivamente in 5-600 milioni di Euro annui. 
Secondo le Associazioni è fuori dubbio che lo scarso utilizzo sia strettamente connesso a questioni scientifiche; se così fosse “bisognerebbe dirlo chiaramente, contestando e denunciando di attentato contro la salute pubblica non solo il Ministero della Salute e l’Aifa ma anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che da sempre sostiene questa prassi”.
Se Trefiletti e Lannutti si sono limitati a contestare l’atteggiamento dei Medici di Famiglia, Pietro Giordano, segretario generale Adiconsum, va oltre ritenendo insufficiente l’intero “lavoro del Governo Monti per realizzare una revisione della spesa pubblica nel nostro Paese che elimini gli sprechi”.
Il segretario generale sostiene che non è possibile “rimanere “prigionieri” delle lobby dei professionisti, siano essi avvocati, medici, notai o farmacisti”. Sui farmaci Giordano ritiene che “il Governo doveva mantenere la prescrizione del solo principio attivo in ricetta e prevedere per i farmaci di fascia C la vendita al consumatore solo di quello meno costoso”.
Lobby ‘vincente’ anche quella dei notai che – sostiene Giordano – “non è stata oggetto di “particolari” attenzioni da parte dei parlamentari, mentre il consumatore troppo spesso ha la netta sensazione di guadagni spropositati rispetto a servizi resi da pubblici ufficiali”. Stessa ‘misica’ per gli avvocati: “Il Governo – conclude Giodano – ha alzato la voce solo con i pensionati, i lavoratori dipendenti e le famiglie. È invece tempo di equità e di rimettere mano ad una reale liberalizzazione delle professioni, per dare fiato alle famiglie. Quando inizierà il Governo a varare le misure per lo sviluppo?”


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1 thought on “Spending review, si penalizzano sempre gli stessi. I Consumatori sono critici

  1. nessuno dice,che se il principio attivo sarà uguale (?) gli eccipienti non tutti! saranno testati bene i non griffati?
    per malattie croniche gravi e una manciata di pasticche differenti al giorno da anni, chi controlla gli effetti collaterali ? ormai siamo abbandonati a noi stessi
    i medici sono operai che lavorano per l’ azienda governo
    incaricati solo di fare risparmio

Parliamone ;-)

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