Sostenibilità, pezzi di Finanza firmano la Carta dell’Investimento Sostenibile
Si allarga la cultura della sostenibilità e della responsabilità sociale: da oggi aderiscono alla “Carta dell’Investimento Sostenibile e Responsabile della finanza italiana” Ascosim, Assofiduciaria, Assoimmobiliare, Assoprevidenza, Assoreti, Assosim e Federimmobiliare, la federazione per la cultura immobiliare. Sono tre i principi base della Carta: ottica di lungo periodo; investimenti sostenibili e responsabili; trasparenza.
La Carta era già stata sottoscritta da Abi, Ania, Assogestioni, Aifi e FeBAF, la Federazione delle Banche, delle Assicurazioni e della Finanza cui aderiscono e che l’aveva promossa d’intesa con il Forum della Finanza Sostenibile.
Nel dettaglio, i tre principi contenuti nella Carta sono:
Investimenti sostenibili e responsabili. La Carta confida che gli investitori istituzionali guardino con crescente attenzione alle variabili extrafinanziarie ambientali, sociali e di governance (Environmental, Social, Governance – ESG) così da assumerle come parte qualificante dell’analisi e dei processi di investimento per conto proprio e di terzi. Ciò è in linea con la nuova strategia della Commissione Europea, secondo cui gli investitori possono contribuire ad una più efficiente allocazione del capitale e ad un migliore raggiungimento degli obiettivi di investimento di lungo periodo prendendo adeguatamente in considerazione le informazioni extrafinanziarie e integrandole nelle loro decisioni di investimento.
Trasparenza. Le informazioni extrafinanziarie costituiscono un elemento di accountability che può contribuire ad incrementare la fiducia negli operatori. Nella Carta si confida pertanto che la disclosure di queste informazioni sia sempre più efficace e diffusa.
Ottica di medio-lungo periodo. L’obiettivo strategico della sostenibilità dello sviluppo – che non è solo necessario per il dopo crisi – impone un cambiamento culturale, che guardi anche agli effetti di medio-lungo termine delle scelte di investimento. Nella Carta si confida pertanto in una adeguata valorizzazione di questa prospettiva da parte degli intermediari, sia nella fase di allocazione dei propri patrimoni e dell’offerta di investimenti, sia in quella di definizione dei sistemi di incentivazione dei manager.
