Cittadinanzattiva si unisce al dolore della famiglia di Christian Lombardozzi, il diciassettenne morto nell’Istituto alberghiero Marchitelli di Roccaraso, cadendo da una sedia. “Il dolore deve spingere tutti, ciascuno per il proprio ruolo, non solo ad individuare le responsabilità dell’accaduto ma anche a fare in modo che non capiti mai più una tragedia simile”, afferma Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale della scuola di Cittadinanzattiva.
A tre giorni dalla morte dello studente, tre persone risultano indagate con l’ipotesi di omicidio colposo in concorso: la dirigente scolastica Maria Paola De Angelis, l’insegnante di biologia, Dino Di Meo, che al momento dell’accaduto si trovava in classe, e il responsabile della società di consulenza che si occupa della sicurezza dell’ istituto scolastico, Michele Verratti, ai quali è stato notificato l’avviso di garanzia.
“In base alle scarse informazioni fino ad oggi rese note, le cause della tragedia sarebbero ravvisabili nella presenza di arredi non a norma (la sedia dove sedeva Christian era di plastica) ma anche forse, nell’eccessiva vicinanza della stessa rispetto al termosifone e/o alla parete della classe, a cui, forse, era addossato lo studente, oltre che nell’utilizzo non corretto della sedia da parte del ragazzo – commenta la Bizzarri – A nostro parere questo caso si presenta emblematico nella sua drammaticità per 3 motivi diversi:
1) la presenza ancora massiccia nelle scuole italiane di arredi non a norma o in cattive condizioni: dal XIII Rapporto su sicurezza, qualità ed accessibilità a scuola, che abbiamo presentato a settembre 2015, emerge che in un’aula su cinque i banchi o le sedie sono rotte, più della metà (52%) presenta arredi non a norma; un’aula su tre (34%) presenta armadi o librerie non ancorati alle pareti, e in due casi su cinque (42%) ci sono mobili o termosifoni con spigoli non protetti;
2) lo spazio che ogni studente dovrebbe avere rispetto alla superficie della intera classe o laboratorio. L’ eccessiva vicinanza rispetto al termosifone o alla parete, come si desumerebbe dall’accaduto, contrasta con la normativa esistente, ivi compreso il cosiddetto “spazio vitale”;
3) la responsabilità dell’accaduto. Ovviamente la cautela è d’obbligo in questa fase ma è certo che questo caso mette in risalto, ancora una volta, l’assenza di una chiara definizione dei livelli di responsabilità nelle scuole italiane in materia di sicurezza”.
Proprio qualche giorno fa è stato approvato alla Camera un ordine del giorno (n.  9/03513-A/094) presentato dagli on. D’Ottavio, Boccuzzi e Malisani, che impegna il Governo ad assumere tutte le iniziative legislative e regolamentari che ridefiniscano le responsabilità del dirigente scolastico in materia di sicurezza a scuola, alla luce, anche, dell’attuazione completa della legge n. 107 del 2015. “Un primo importante passo che – conclude Bizzarri – chiediamo di spingere oltre fino alla definizione esatta delle responsabilità di tutti i ruoli in materia di sicurezza scolastica, come gli RSPP, gli enti proprietari (Comuni e Province) ecc.. Nella tragedia di Roccaraso, ad esempio, tra gli indagati non compare l’ente proprietario che dovrebbe garantire non solo la sicurezza strutturale dell’edificio ma anche l’adeguatezza degli spazi e degli arredi interni”.


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