Asili nido privati, Altroconsumo: metà delle strutture ha aumentato le tariffe
Metà degli asili nido privati ha aumentato le tariffe, il 43% ha mantenuto quelle dello scorso anno e il 7% le ha ridotte. È quanto emerge da un’indagine di Altroconsumo svolta a ottobre 2020
Metà degli asili nido privati ha aumentato le tariffe, il 43% ha mantenuto quelle dello scorso anno e il 7% le ha ridotte. È quanto emerge da un’indagine di Altroconsumo svolta a ottobre 2020.
L’analisi ha coinvolto 214 asili nido privati: 151 a Milano, 9 a Bari, 17 a Reggio Calabria, 30 a Padova, 7 a Pescara. 145 strutture hanno risposto, mentre le altre scuole non si sono rese disponibile (qui i dati completi).
Asili nido privati, la metà ha aumentato il costo del 6%
Sistemazione degli spazi, assunzione di nuovi educatori e personale di servizio sono le maggiori difficoltà incontrate dalle strutture che hanno risposto all’intervista. Alcuni responsabili hanno scelto di ridurre il numero di bambini ospitati, altri hanno raccontato di essere rimasti senza stipendio e di aver dovuto mettere i dipendenti in cassa integrazione.
Secondo l’indagine la metà dei nidi ha, quindi, deciso un aumento delle tariffe del 6% in media, che equivale a 36 euro in più al mese, rispetto ai dati raccolti nell’inchiesta Altroconsumo dell’anno scorso. In media, considerando tutti gli asili nido coinvolti dall’indagine, compresi quelli che non hanno aumentato o hanno abbassato le tariffe, l’aumento è del 3%, pari a circa 18 euro al mese (dai 16 euro ai 21 euro in base alla fascia di frequenza).
Bari è la città meno cara
“L’incremento delle tariffe è stato fatto in tre diversi modi – spiega Altroconsumo – alzando l’importo della tassa d’iscrizione oppure direttamente la retta mensile o infine il costo della mensa”.
Rispetto alle tariffe dell’anno scorso, Bari è la città con l’aumento maggiore, con 45 euro in più al mese (pari al 12% rispetto allo scorso anno), mentre a Reggio Calabria l’aggravio è di 9 euro, pari al 3%. Anche Milano e Padova hanno visto un rincaro del 3%, anche se gli importi in valore assoluto sono più elevati (17 e 16 euro), in quanto la tariffa già nel 2019 era più alta.
Analizzando tutte le tariffe, Bari, malgrado gli aumenti più elevati, resta una delle città meno care, seconda solo a Reggio Calabria. Milano, con una retta di 684 euro al mese, è la città più cara e ben distanziata dalle altre.
Nuove regole in caso di chiusura
Altroconsumo spiega, inoltre, che alcuni asili hanno introdotto nuove regole sul pagamento della retta, per tutelarsi in caso di chiusura. Per questo l’associazione consiglia di leggere attentamente le clausole nei contratti firmati con la struttura educativa.
“Siamo convinti – afferma Altroconsumo – che sia più adeguata la sospensione dei pagamenti per il periodo in cui non si può usufruire del diritto di frequentare gli asili nido”.
Se invece non viene specificato nulla, il diritto al rimborso si può far valere tramite una richiesta scritta inviata tramite Pec o raccomandata online.