La campanella per l’inizio dell’anno scolastico è suonata ormai in tutta Italia e cominciano anche le prime assenze. A lamentare mal di pancia, classica scusa usata da bambini e ragazzi di ogni latitudine per evitare di tornare tra i banchi, non sono però gli alunni bensì folte schiere di insegnanti. Certificati medici, domande di aspettativa, congedi parentali, permessi straordinari stanno piovendo in questi giorni sulle scrivanie dei presidi di tutta Italia, pur di procrastinare l’inizio dell’anno scolastico e rinviare un trasferimento forzato e in molti casi dispendioso. All’appello mancano ancora 3.800 insegnanti le cui relative cattedre rischiano di rimanere vuote ancora a lungo.

Da qui la proposta un po’ provocatoria di Codacons di avviare una class action per garantire il diritto di istruzione degli scolari italiani, spesso costretti a saltare intere parti di programma scolastico a causa dei ritardi con i quali viene assegnato l’insegnante.

L’azione collettiva, spiega il Codacons, intende “far ottenere un adeguato rimborso ad ogni alunno che vede illegittimamente leso il proprio diritto allo studio”. Per ogni giorno di assenza o supplenza quindi “dovrà essere erogato adeguato risarcimento ai bambini”.


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