Reato di tortura, passi avanti. Amnesty chiede introduzione entro fine legislatura
Forse qualcosa si muove per colmare una lacuna che ha fatto gravi danni: quella della mancanza in Italia del reato di tortura. Ieri la Commissione Giustizia del Senato ha infatti approvato all’unanimità un disegno di legge che introduce il reato di tortura adeguando i codici italiani all’ordinamento internazionale. Si aspetta ora l’iter parlamentare e le numerose associazioni che chiedono l’introduzione del reato sperano che il ddl non si perda nei meandri delle procedure parlamentari.
“Aspettiamo questa notizia da 20 anni: con l’introduzione del reato di tortura si è compiuto un atto dovuto, un necessario passaggio di civiltà. Speriamo solo che ora non si fermi nei meandri delle procedure parlamentari. I tanti che cercano una giustizia piena per le violenze subite, aspettano delle chiare risposte”: queste le parole di dichiara Savino Pezzotta, Presidente del Consiglio italiano per i rifugiati.
Amnesty International Italia, che da tempo si batte per l’introduzione di questo reato nell’ordinamento italiano, “ha espresso apprezzamento per l’avanzamento del dibattito parlamentare su una legge da tempo dovuta per il rispetto dei diritti umani, come stanno chiedendo alle Camere le migliaia di persone che hanno firmato l’appello emanato dall’organizzazione nel luglio 2011”.
“Dopo quasi un quarto di secolo di ritardo, auspichiamo un iter parlamentare sollecito e consapevole, che consenta entro l’attuale Legislatura l’adozione di una norma per prevenire e punire la tortura in linea col dettato della relativa Convenzione delle Nazioni Unite – ha dichiarato Carlotta Sami, direttrice generale di Amnesty International Italia – Il testo approvato dalla Commissione Giustizia può essere migliorato. Continueremo a rivolgerci a Parlamento e Governo affinché questo iter porti a un risultato pieno e soddisfacente”.