Il Garante della Privacy interviene sul caso De Girolamo e fa sapere che “pur non essendo stato formalmente richiesto di un intervento dai soggetti coinvolti, segue con attenzione gli sviluppi della vicenda e, anche a seguito delle sollecitazioni ricevute dal Ministro Gaetano Quagliariello, ritiene di dover chiarire alcuni aspetti”.
In primo luogo, “la conversazione pubblicata sembrerebbe essere stata registrata da uno degli interlocutori e la rilevanza penale di tale condotta – che sembrerebbe peraltro da escludersi – non è oggetto di sindacato da parte di questa Autorità”. “Spetta, del resto, alla magistratura la valutazione della rilevanza, liceità e quindi ammissibilità dei mezzi di prova prodotti in giudizio, anche qualora contengano, come in questo caso, dati personali”. Anche la valutazione della eventuale rilevanza penale (in termini di violazione del segreto investigativo o di pubblicazione arbitraria) della pubblicazione di atti del procedimento è di rilevanza del giudice.
Al Garante è assegnato un compito diverso: la vigilanza – anche in ordine a notizie caratterizzate da interesse pubblico – sul rispetto del principio di essenzialità dell’informazione, quale presupposto fondamentale del corretto bilanciamento tra dignità della persona e diritto di cronaca. Va rilevato che “il diritto alla riservatezza ben potrebbe ricevere maggiore tutela – anche in relazione a ipotesi quali quelle in esame – in virtù di idonee fattispecie che il Parlamento dovesse, eventualmente, ritenere di introdurre nell’ordinamento”.
Le questioni poste dal Garante in questa vicenda sono state più volte sollevate all’attenzione di Governo e Parlamento: l’esigenza di coniugare al punto più alto diritto di cronaca e dignità della persona, evitando quel “giornalismo di trascrizione” che spesso finisce per violare gravemente la vita privata delle persone, in modo a volte irreparabile. In questa prospettiva, l’Autorità sta, da un lato, promuovendo un’ampia riflessione sull’aggiornamento del Codice dei giornalisti e, dall’altro, vigila costantemente sul rispetto del necessario bilanciamento tra libertà di stampa e diritto alla riservatezza.


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