Il conto alla rovescia per la tornata elettorale del 4 marzo è ormai iniziato: tra cinque giorni sapremo quale forza politica guiderà il Paese (forse) per i prossimi cinque anni (forse). In attesa di conoscere il risultato, molti dei principali schieramenti politici – Civica Popolare, Forza Italia, Insieme, Liberi e Uguali, Movimento 5 Stelle, Noi per l’Italia, Partito Democratico, +Europa – hanno sottoscritto l’Appello lanciato il 5 febbraio dall’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS).

Dieci punti per descrivere le iniziative fondamentali per mettere l’Italia su un sentiero di sostenibilità economica, sociale e ambientale, mantenendo gli impegni assunti in sede ONU nel 2015, con la sottoscrizione dell’Agenda 2030.

“Un’adesione così ampia delle forze politiche alle 10 proposte avanzate dall’ASviS è un fatto inedito e questo ci fa ben sperare per una legislatura che metta al centro l’Agenda 2030 e l’impegno a raggiungere i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile”, ha commentato il portavoce ASviS, Enrico Giovannini:

L’Appello contiene proposte che vanno dal riconoscimento dello sviluppo sostenibile tra i principi fondamentali della Costituzione italiana alla trasformazione del CIPE in “Comitato interministeriale per lo sviluppo sostenibile”, dal rispetto degli Accordi di Parigi per la lotta ai cambiamenti climatici all’istituzione di un intergruppo parlamentare per lo sviluppo sostenibile, dall’aumento dei fondi per l’Assistenza ai paesi in via di sviluppo alla definizione di una Agenda urbana per lo sviluppo sostenibile, dalla creazione di un organismo per le politiche volte a superare le disuguaglianze di genere al coinvolgimento di Regioni e Città nella Strategia di sviluppo sostenibile.

L’Italia, nel settembre del 2015, ha aderito, con altri 192 Paesi, all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, da cui sono scaturiti, qualche mese dopo, gli Accordi di Parigi sulla lotta ai cambiamenti climatici. L’Agenda 2030 contiene 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (articolati in 169 Target) da raggiungere entro il 2030 e, in alcuni casi, entro il 2020. 

L’Agenda 2030 riconosce che tutte le dimensioni dello sviluppo sostenibile (economica, sociale e ambientale) sono ugualmente importanti. Purtroppo, come dimostrato in varie sedi, anche internazionali, attualmente l’Italia non è su un sentiero di sviluppo sostenibile.

“È dunque evidente”, sottolineano da AsVis, “che la prossima legislatura sarà cruciale per cambiare al più presto direzione, realizzando un duraturo miglioramento delle condizioni economiche, sociali e ambientali del Paese”.


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