Il 44% degli adolescenti ha visto circolare foto o video intimi o a sfondo sessuale di amici su social network, online o sui servisti di messaggistica e quasi il 23% ammette di aver inviato questo tipo di materiale al proprio ragazzo o alla propria ragazza. Sono i dati raccolti dall’Osservatorio sulla Violenza e gli Stereotipi di Genere di Terre des Hommes realizzato in collaborazione con la Community ScuolaZoo che ha coinvolto 5.140 adolescenti.

“Pur passando gran parte del loro tempo libero sui social (più del 58% degli intervistati), gli adolescenti non sembrano essere completamente consapevoli delle conseguenze del sexting, anche se ritengono grave quanto una violenza fisica veder circolare online le proprie foto hot senza il loro consenso”, spiega Paolo Ferrara, responsabile comunicazione di Terre des Hommes Italia.

Il 70% di loro ritiene che ciò che succede su Internet è reale e non virtuale, eppure manca la cura della privacy delle proprie immagini. Anche con chi si ama e dunque consideriamo degno di fiducia, una fiducia che non si dovrebbe mai tradire e il cui tradimento va sanzionato, dobbiamo insegnare ai nostri figli maggiore attenzione”.

“Interessante in questo senso è quanto emerge dal quesito su cos’è per loro il sesso: per il 77,2% è uno scambio tra persone che si amano, per il 46,6% (era possibile dare più di una risposta) è “una cosa che non mi interessa se non c’è amore”. La sessualità dunque non è slegata dall’amore per la maggior parte dei ragazzi d’oggi, e la conseguente fiducia nel proprio partner può portare a errori di valutazione nel consegnargli immagini intime che possono essere diffuse prima tra amici e poi nel web.

Emerge tuttavia un forte senso di solitudine che accomuna l’84,3% degli intervistati che vivono le loro prime esperienze di vita soprattutto nella grande piazza virtuale, il luogo dove il 51,6% di loro si sente più insicuro. “Di qui”, aggiunge Ferrara, “la richiesta – da parte dei nostri intervistati – della presenza di uno psicologo nella scuola (il 78, 4%), che segnala la necessità di studiare più a fondo il disagio e le peculiari criticità di un’età adolescenziale che si confronta con un mondo sempre più complesso e potenzialmente pericoloso”.


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