Boom di baby fumatori per l’Italia: il consumo di tabacco (e non solo) è il più alto rilevato tra gli adolescenti europei e le percentuali sono al di sopra della media anche per quanto riguarda l’alcol e altre sostanze stupefacenti. A sollevare le preoccupazione nei confronti del panorama delle nuove generazioni è il rapporto del progetto Espad (European Survey Project on Alcohol and other Drugs) che ha coinvolto 35 Paesi europei e un totale di 96.043 studenti, che nel 2015 hanno partecipato all’indagine rispondendo nelle proprie classi a un questionario anonimo. “Lo studio si ripete ogni quattro anni ed è ormai in grado di fornire le tendenze nelle ultime due decadi dei comportamenti a rischio degli adolescenti: assunzioni di sostanze tra cui tabacco, alcol, droghe illecite, inalanti, prodotti farmaceutici e nuove droghe, utilizzo problematico di internet, gaming online e gioco d’azzardo”, spiega Sabrina Molinaro, ricercatrice dell’Ifc-Cnr e principal investigator italiano del progetto.

Analizzando le varie voci prese in esame nella ricerca, emerge che in Italia, rispetto al 1995 (anno della prima rilevazione), il consumo di alcol e/o tabacco è diminuito ma desta forte preoccupazione la crescita del fenomeno del “binge drinking” (ossia l’assunzione smodata di alcol finalizzata al raggiungimento dell’ubriachezza nel più breve tempo possibile).

Ad aver sperimentato l’uso di tabacco è il 58% degli studenti (64% nel 1995). Il 37% ha fumato nell’ultimo mese, una diffusione quindi molto più elevata rispetto alla media dei coetanei europei (46%) e stabile nel tempo, a differenza degli altri paesi dove ha fatto registrare considerevoli diminuzioni. Anche per quanto riguarda gli studenti che fumano quotidianamente, gli italiani rimangono stabili nel corso degli ultimi 20 anni al 21%, a un livello più elevato della media comunitaria (12%).

L’uso di alcol, come per il tabacco, rimane su livelli elevati ma con tendenze positive dal 1995. Tra gli adolescenti europei il consumo una tantum è diminuito dall’89% all’80% e l’uso corrente dal 56% al 48%. In Italia, ad aver bevuto alcolici almeno una volta nella vita è l’84% degli studenti, percentuale in diminuzione sia rispetto al piccolo del 2007 (90%), sia rispetto al 1995 (88%). Il consumo corrente interessa invece il 57%, facendo registrare la prima diminuzione dal 2003 (63%). Non si osservano differenze per il ‘binge drinking’ (34% contro una media europea del 13%).

L’uso di droghe resta stabile su livelli molto elevati. In media il 18% degli studenti riferisce di aver assunto una sostanza illecita almeno una volta. La sostanza più diffusa è la cannabis: riferisce di averla provata almeno una volta il 16% degli studenti (in Italia il 27% l’ha sperimentata almeno una volta e il 15% nell’ultimo mese). Tre studenti su 10 considerano la cannabis facilmente disponibile, più di altre droghe illecite: ecstasy (12%), cocaina (11%), amfetamine (9%), metamfetamine (7%) e crack (8%). Il 4% degli studenti (dall’1% al 10%) ha sperimentato le nuove sostanze psicoattive almeno una volta, mentre il 3% (dall’1% all’8%) ne ha riferito un uso recente (almeno una volta nell’ultimo anno).

 Ma a costituire una minaccia di dipendenza non sono più soltanto droghe e alcol. Un nuovo e concreto rischio di patologie viene direttamente dalla rete Internet, dove i ragazzi trascorrono buona parte del loro tempo e della loro vita. Dall’uso dei social media al surfing, dallo streaming al gaming, dal gioco d’azzardo al commercio di prodotti: il panorama di attività a cui dedicarsi online è veramente molto vasto.

In media, gli studenti europei sono connessi quasi 6 giorni su 7 a settimana. Le ragazze frequentano regolarmente, ovvero quattro o più giorni alla settimana, i social media più dei coetanei (83% contro 73%). In tutti i Paesi, il gioco online è invece più diffuso tra i maschi (39% contro il 7%), che hanno anche riferito di giocare d’azzardo più delle coetanee, sia nell’ultimo anno (23% contro il 5%) che frequentemente (12% contro 2%).

In Italia, gli studenti si connettono in media circa 6 giorni su 7 e l’attività prevalente (4 o più giorni alla settimana) è l’utilizzo dei social media, con l’80% degli studenti, seguito dal gaming (22%), mentre il 3% riferisce di aver giocato frequentemente d’azzardo, in media con i valori rilevati a livello europeo.

Psicologi, sociologi, terapisti e genitori sono allertati.


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