Attuare pienamente la legge sulla tutela dei minori stranieri non accompagnati. Perché ci sono ancora degli aspetti critici e non pienamente attuati, come la nomina dei tutori, i tempi di permanenza nelle strutture di prima accoglienza, la promozione effettiva dell’affido. La richiesta arriva dall ’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia), Filomena Albano, che ha inviato al presidente del Consiglio, ai ministeri coinvolti, ai presidenti delle Regioni, al vicepresidente del Csm e alla Conferenza Stato Regioni una nota sullo stato di attuazione della legge sui minori stranieri non accompagnati (Mnsa) a un anno dall’entrata in vigore, avvenuta il 6 maggio 2017.

L’invito del Garante per l’ Infanzia è di intensificare gli sforzi per realizzare un sistema di accoglienza completo, efficace e omogeneo sul territorio nazionale. “L’obiettivo – afferma la Garante – è tutelare e dare piena attuazione ai diritti e al superiore interesse del ‘minore’, così come previsto dalla normativa internazionale e nazionale”.

La legge è stata approvata un anno fa e disciplina gli aspetti fondamentali per la vita dei minori migranti che arrivano soli in Italia, senza la famiglia e senza adulti di riferimento, dalle procedure di identificazione e accertamento dell’età all’accoglienza. Nella legge c’è la promozione dell’affido familiare e la figura del tutore e sono previste più tutele per il diritto alle cure sanitarie e l’accesso all’istruzione. La legge ha previsto il divieto assoluto di respingimento dei minori stranieri non accompagnati alla frontiera e il raccordo fra strutture di prima accoglienza e SPRAR, esteso ai minori non accompagnati, con strutture su tutto il territorio nazionale. C’è poi l’adozione di una procedura di accertamento dell’età, anche per evitare accertamenti medici invasivi, quando inutili, e maggiori garanzie, tra cui la presenza di mediatori culturali, anche durante l’accertamento. Viene prevista l’istituzione di elenchi di tutori volontari su tutto il territorio nazionale e la promozione dell’affido familiare come strada prioritaria di accoglienza.

Di quale fenomeno si tratta? Il Garante per l’Infanzia ricorda che in Italia, al 31 marzo di quest’anno, risultano presenti 13.838 migranti sotto i 18 anni privi di adulti di riferimento (a febbraio erano 14.338). Nel dicembre 2017 ne erano stati contati 18.303. Sono invece oltre 4000 gli aspiranti tutori volontari, i cui corsi di formazione sono iniziati nello scorso autunno. I nominativi di circa mille tutori sono già stati trasmessi ai tribunali per i minorenni, che sono ora tenuti a designarli. La legge, spiega la Garante, va ancora pienamente attuata. “Pur nella consapevolezza degli sforzi fatti, ad oggi, vi sono però aspetti della legge che ancora non hanno avuto piena attuazione” sostiene la Garante Albano. L’elenco è ampio. Si va dai regolamenti di attuazione, che avrebbero dovuto esser adottati, alle stesse nomine dei tutori. “Da una campionatura parziale, salvo alcune realtà che hanno avviato da tempo queste esperienza, il numero di quelli nominati dai tribunali resta ancora esiguo” registra l’Autorità garante dell’Infanzia.

Bisogna dunque nominare presto i tutori volontari e regolamentarne l’attività, tenendo anche conto nelle nomine della vicinanza territoriale fra minorenni e tutori. Altra criticità segnalata dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza è il fatto che non è stato ancora ancora adottato il decreto del presidente del Consiglio dei ministri che definisce la procedura per il primo colloquio con il minore da parte del personale della struttura di prima accoglienza. “Anche questo decreto, come gli altri, andrebbe adottato quanto prima” sostiene l’Agia. Va approvato anche un protocollo multidisciplinare, unitario per tutta Italia, per accertare l’età dei non accompagnati. E va creato un format unico e condiviso per la “cartella sociale” degli minori, contenente le informazioni fondamentali e la tracciabilità della presa in carico.

Vanno inoltre accorciati i tempi di permanenza nelle strutture di prima accoglienza, garantendo il rispetto di quanto previsto della legge, per la quale nelle strutture di prima accoglienza per minori si potrà risiedere non più di 30 giorni. Altro tema sollevato dall’Agia è la concentrazione dei minori non accompagnati in Sicilia, dove risiedono quattro minori stranieri su dieci. “La loro costante presenza in questa regione rischia di far fallire tutto il sistema di accoglienza e protezione per i ‘minori’, incluso  quello del tutore – avverte l’Autorità garante – Gli aspiranti tutori sono distribuiti in modo quasi uniforme sul territorio nazionale, i ragazzi sono invece localizzati prevalentemente in Sicilia: si rischia così di non garantire standard accettabili di accoglienza e di integrazione dei giovani”.

Anche il ricorso all’affido presenta delle criticità. Sostiene l’Autorità garante:  “Bisogna incoraggiare, sostenere e favorire l’affido. Esso non solo risponde agli obiettivi di integrazione e inclusione, ma consente ai bambini e ai ragazzi di trovare un punto di riferimento stabile nella famiglia affidataria”. E bisogna affrontare seriamente l’integrazione dei minori stranieri non accompagnati nel momento in cui diventano maggiorenni, considerato che l’80% di loro ha fra 16 e 17 anni.


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