I giovani vivono in rete, su internet, sui social network. Postano notizie personali e fotografie, spesso entrano in contatto con persone sconosciute. E la rilevante mole di dati riversati in rete, se non viene gestita in modo responsabile, li espone al rischio delle molestie e del bullismo, che sempre più spesso vengono esercitati attraverso il web e i social network. Ne sono consapevoli gli stessi ragazzi: nonostante ostentino sicurezza nell’uso degli strumenti telematici, più di quattro su dieci ritengono di essere rimasti in qualche modo vittime di diffusione di notizie false o riservate pur senza che questo sia sfociato in veri e propri episodi di bullismo o di stolkeraggio. Oltre il 90 per cento dei ragazzi ritiene che le vessazioni, le molestie, il bullismo messi in campo attraverso i canali di Internet possano aver avuto un ruolo significativo nei casi dolorosi di cronaca sfociati nel suicidio di giovani vittime. I due dati emergono da una ricerca presentata ieri dall’Osservatorio Nazionale Federconsumatori nell’ambito della campagna “Occhi aperti sulla rete per non cadere nella rete“, patrocinata dalla Camera dei Deputati.
Con questa iniziativa, Adusbef e Federconsumatori intendono promuovere l’uso consapevole del web, soprattutto alla luce dei numerosi casi che, nel corso degli ultimi anni, hanno visto ledere la web reputation dei minori. Le due associazioni hanno deciso di offrire assistenza gratuita ai minori vittime di bullismo e molestie in rete. 
La ricerca presentata evidenzia bene come il tema sia all’ordine del giorno, data la diffusione delle nuove tecnologie fra i giovani: basti pensare che più di 8 ragazzi su 10 possiedono uno smartphone attraverso il quale  collegarsi su Internet e il dato sale a 9 ragazzi su dieci tra i 15 e i 17 anni. Con lo smartphone o l’Ipad o il computer di casa o il computer di amici, più di 8 ragazzi su dieci navigano per oltre un’ora al giorno. Un quarto dei ragazzi rimane collegato in rete per più di quattro ore al giorno. Ben 9 ragazzi su dieci possiedono un profilo personale  sui vari social network che affollano Internet. Tra i più grandi, il dato arriva al 94% ma colpisce anche quello dei più giovani che ormai per due terzi possiedono un proprio profilo personale. Il 75% dei giovani oltre a immettere notizie in rete, posta regolarmente proprie foto personali. E poco meno della metà dei ragazzi avvia conversazioni telematiche con persone sconosciute, incrociate occasionalmente in rete. “Questa rilevante messe di dati riversati in rete, se non gestita in modo responsabile e accorto, espone i ragazzi al rischio delle molestie e del bullismo”, rilevano le due associazioni, sottolineando inoltre che sette giovani su dieci ritengono che il bullismo costituisca un pericolo molto rilevante e una percentuale enorme, attorno al 92%, ritiene che l’uso degli strumenti elettronici come il telefono o il computer aggravi la pesantezza dell’eventuale attacco bullistico.


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