Censis, adolescenti e sesso: tra prevenzione e protezione, che confusione!
Sono tante le componenti della personalità che con l’adolescenza prendono forma e si modellano in una veste nuova. Tra queste, anche la sfera della sessualità. Ma che rapporto hanno i giovanissimi e i Millennials con il sesso? Quanto ne sanno davvero di prevenzione e malattie? Ad indagarlo ci ha pensato una ricerca svolta dal Censis dal titolo “Millennials e vaccinati?” che ha preso in considerazione un campione di 1.000 giovani tra i 12 e i 24 anni. In un’epoca caratterizzata dall’iperconnessione online e dalla miriade di informazioni disponibili anche sull’argomento “sesso”, i dubbi e i falsi miti sembrano essere ancora tanti.
È a 17,1 anni che la maggior parte dei giovani ha i primi rapporti sessuali completi e, di conseguenza, a fare i conti con la contraccezione e la necessità di doversi proteggere dalle malattie sessualmente trasmissibili. A spaventare di più però è soprattutto il pericolo di diventare genitori prima del tempo. Il 92,9% infatti sta sempre attento per evitare gravidanze, il 74,5% si protegge dalle infezioni sessualmente trasmesse, il 70,7% usa il profilattico, ma il 17,6% è convinto di proteggersi dalle malattie usando la pillola anticoncezionale. Per il 73% la vaccinazione contro l’Hpv è utile anche per i maschi, due su tre di coloro che conoscono l’Hpv sanno della possibilità di vaccinarsi per prevenire una patologia che può provocare tumori. L’informazione sul Papillomavirus tuttavia è ancora inadeguata: il 63,6% dei giovani italiani di 12-24 anni ha sentito parlare del Papillomavirus umano (Hpv). Tra le ragazze la quota sale all’83,5%, mentre tra i maschi si riduce drasticamente al 44,9%. Rispetto alle modalità di trasmissione dell’Hpv, la gran parte cita i rapporti sessuali completi (81,8%), ma una quota inferiore sa che l’Hpv si può trasmettere anche attraverso rapporti sessuali non completi (58%).
Nel panorama dell’informazione, un ruolo importante lo svolgono i media, seguiti dalla scuola. È da queste principali agenzie che i giovani italiani assorbono la maggior parte delle loro conoscenze sul sesso. Quasi la totalità dei giovani italiani di 12-24 anni (il 93,8%) ha sentito parlare di infezioni e malattie sessualmente trasmesse. Solo il 6,2% non ne ha mai sentito parlare, quota che sale al 18,7% tra i giovanissimi di 12-14 anni. È l’Aids la patologia che viene maggiormente citata (89,6%). Tra le fonti di informazione sulle infezioni sessualmente trasmesse è preponderante il ruolo dei media (tv, riviste, internet), utilizzate dal 62,3%. Poi viene riconosciuto come significativo il contributo della scuola (53,8%), ma con differenze rilevanti tra le diverse aree geografiche del Paese: si passa da oltre il 60% al Nord al 46,1% al Centro e al 47,9% al Sud. Solo il 9,8% cita i professionisti della salute come i medici di famiglia, i medici specialisti e i farmacisti.
“L’insufficiente conoscenza di queste infezioni e di come prevenirle è tra i principali problemi”, ha detto Andrea Lenzi, Professore ordinario di Endocrinologia dell’Università La Sapienza di Roma. “La maggior parte delle informazioni che i giovani hanno derivano infatti dagli amici, seguiti dai media e dai social network, lasciando spazio a molta spazzatura sul web. Parlando di Papillomavirus e di maschi, per esempio, spesso i ragazzi non sospettano minimamente di poter essere portatori di una infezione che può anche causare un tumore”.