In un momento di pesante crisi economica, in cui ogni Paese dell’Unione Europea sta facendo grandi sforzi per uscire tutti insieme dal tunnel, c’è un’azione comune che potrebbe portare grossi benefici a tutti: recepire nella propria legislazione nazionale, le direttive sul mercato unico europeo. Nell’ultimo periodo gli Stati membri hanno fatto grandi passi avanti, ma ultimamente hanno rallentato un po’ il passo. E l’Italia, insieme a Grecia e Belgio, continua ad avere il record di procedimenti di infrazione avviati dalla Commissione Europea.
E’ quanto emerge dal quadro di valutazione del mercato interno pubblicato oggi dalla Commissione: dopo l’aumento registrato tra maggio e novembre 2011 (1,2%), il deficit medio di recepimento, ossia la percentuale delle direttive in materia di mercato interno non recepite in tempo negli ordinamenti nazionali, è di nuovo calato allo 0,9% cioè al di sotto dell’obiettivo minimo dell’1% (solo 16 Stati membri lo hanno raggiunto).
Si è ridotto il numero di direttive recepite in modo non corretto: il deficit medio di conformità UE è sceso allo 0,7%, avvicinandosi allo 0,5% proposto nell’Atto per il mercato unico ad aprile 2011. E’ aumentato, però,  il numero di direttive recepite in ritardo di 2 anni o più e anche il tempo medio supplementare necessario per dare attuazione ad una direttiva dell’UE nel diritto nazionale: da 7,9 a 9,1 mesi. Il numero di infrazioni continua a diminuire, molto probabilmente grazie all’introduzione di dispositivi di soluzione dei problemi di mancata conformità al diritto UE in una fase precedente della procedura. I Paesi che vantano i migliori risultati complessivi sono la Lettonia, l’Estonia, il Lussemburgo e la Lituania.
Lussemburgo, Romania, Finlandia, Regno Unito, Austria, Portogallo, Slovenia, Belgio, Cipro, Polonia e Italia devono raddoppiare gli sforzi per raggiungere l’obiettivo dell’1%. Malta e Lettonia sono in testa agli Stati “virtuosi”, con due sole direttive in attesa di recepimento. Ma degna di particolare nota è la prestazione della Repubblica ceca, rispetto alla situazione di sei mesi fa per quanto riguarda il deficit di recepimento: è diminuito dall’1,9% del maggio scorso allo 0,6% di oggi. Infine, sforzi cospicui e costanti hanno permesso alla Grecia di scendere al disotto dell’obiettivo dell’1%, attestandosi allo 0,5%. Due anni fa era il paese con il più alto deficit di recepimento tra i 27 Stati membri.
Infrazioni: il numero complessivo di procedimenti d’infrazione relativi al mercato interno continua a calare (è sceso del 37% rispetto al 2007). Ad oggi, la media dei procedimenti di infrazione aperti è di 31 per Stato membro, rispetto ai 34 di sei mesi fa. Ambiente e fiscalità sono i settori in cui si registra più del 40% dei procedimenti d’infrazione. La durata media dei procedimenti d’infrazione aperti varia da uno (Lussemburgo) a tre anni (Svezia). Una volta che la Corte di giustizia ha stabilito un’infrazione del diritto dell’UE, gli Stati membri sono chiamati ad intervenire immediatamente per allinearsi alla sentenza. Tuttavia, in numerosi casi ciò avviene dopo molto tempo, in media oltre 17,5 mesi. Per Irlanda, Francia e Spagna l’intervallo è di quasi due anni.
Nella comunicazione “Una governance migliore per il mercato unico” la Commissione ha proposto una serie di misure intese a rafforzare la governance nel mercato unico, identificando i settori chiave che possono “determinare i maggiori vantaggi in termini di crescita e occupazione”. La Commissione ha chiesto agli Stati membri di impegnarsi ad un approccio a “tolleranza zero” in materia di recepimento di direttive, avvertendo che utilizzerà i propri poteri esecutivi con maggiore fermezza, e ha chiesto la collaborazione degli Stati membri per garantire che si ponga rapidamente fine alle violazioni del diritto unionale entro diciotto mesi, dodici in caso di secondo ricorso. Nelle edizioni future, il quadro di valutazione del mercato interno verificherà la conformità a questi nuovi parametri.
 
 


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