La stima dei disoccupati a novembre è in aumento (+1,9%, pari a +57 mila), dopo il calo dello 0,6% registrato nel mese precedente, aumento attribuibile a entrambe le componenti di genere, che si distribuisce tra le diverse classi di età ad eccezione degli ultracinquantenni. Lo rivela l’Istat, con i dati provvisori su occupati e disoccupati relativi al mese di novembre. Il tasso di disoccupazione è pari all’11,9%, in aumento di 0,2 punti percentuali su base mensile.

Un dato in crescita dettato anche dal calo del tasso di inattività, che scende al 34,8%, in diminuzione di 0,2 punti percentuali.

“L’elemento che desta maggiore preoccupazione, in tale quadro, rimane però la disoccupazione giovanile, il cui tasso torna a toccare il livello più alto da ottobre 2015, pari al 39,4%”, affermano Federconsumatori e Adusbef. “Bisogna tenere presente che questo è il livello, già di per sé estremamente elevato, relativo alla media nazionale. Al Centro-Sud la situazione è notevolmente peggiore: la disoccupazione al Sud raggiunge picchi oltre il 60%”.

“Di fronte a questi dati è intollerabile che si continui a discutere di tutto fuorché dell’unico,vero, urgente problema che affligge il Paese: il lavoro”, dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef. “Un problema prima di tutto di carattere etico, che investe i giovani, le prospettive e il futuro dell’Italia, oltre che di carattere economico, viste le pesanti ricadute che la mancanza di lavoro determina sull’intero sistema economico”.

Secondo le due associazioni, la situazione è insostenibile non solo per i giovani disoccupati, ma anche per le loro famiglie. L’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha calcolato, infatti, che sui bilanci delle famiglie che sostengono figli, nipoti, parenti disoccupati vi è ogni mese un aggravio di circa 450 Euro.

“Un dato che, in termini generali, opprime la domanda interna e pesa in maniera onerosa sull’intera economia”, spiegano. “A dimostrarlo vi sono i dati sulla contrazione della spesa delle famiglie per i consumi, che dal 2012 ad oggi ha registrato una diminuzione pari al -10,8%, pari a circa 76,7 miliardi di Euro in meno sul mercato”.

L’Osservatorio ha calcolato che se il tasso di disoccupazione si attestasse al 6%, la capacità di acquisto delle famiglie aumenterebbe di circa +40 miliardi di Euro l’anno (dal momento che le famiglie non sarebbero più costrette a destinare parte del loro bilancio al mantenimento di figli e nipoti disoccupati); inoltre, con i contributi di chi passerebbe da disoccupato ad occupato il fondo pensionistico avrebbe un incremento di circa 15 miliardi di Euro.

“Per questo è urgente che il Governo avvii il Piano Straordinario per il Lavoro che invochiamo da tempo. Un Piano ormai indispensabile per far ripartire l’intero sistema economico in maniera srtutturale e duratura.”, affermano Federconsumatori e Adusbef. “Tale piano deve prevedere lo stanziamento di investimenti e risorse alla ricerca, allo sviluppo tecnologico, alla modernizzazione, alla realizzazione di infrastrutture, alla messa in sicurezza antisismica, nonché alla valorizzazione dell’offerta turistica: tutti settori chiave su cui puntare per creare nuova occupazione per i giovani e, al contempo, aprire una nuova fase di crescita per l’Italia”.

“Questi dati dimostrano che nessuna riforma del lavoro può funzionare fino a che i consumi restano al palo e questo per la semplice ragione che fino a che le famiglie non acquistano, le imprese non vendono e non necessitano, quindi, di lavoratori aggiuntivi” sostiene Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

“E’ evidente, quindi, che fino a che i consumi delle famiglie salgono dello 0,3% sul trimestre precedente e dell’1,2% su base annua, non si va da nessuna parte. Semmai ripartono a funzionare gli impianti ed i lavoratori già occupati smettono di restare con le braccia incrociate” conclude Dona.


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