Italiani e la fiducia nell’UE, Ispo: un rapporto incrinato dalla crisi, ma non troppo
Gli italiani e l’Unione europea, un rapporto di fiducia che si sta incrinando sotto gli attacchi della crisi economica e finanziaria in atto in Europa: dal 2010 ad oggi la fiducia è calata del 17%, raggiungendo il dato minimo del 40%. Nonostante questo, però, sono ancora la maggioranza quelli che ritengono che l’UE faccia bene all’Italia; in tanti chiedono un intervento più deciso per l’occupazione e la protezione economica. E’ il quadro che emerge dal sondaggio realizzato dall’Ispo il 26-27 settembre scorso per conto della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, presentato ieri a Roma dal Presidente dell’Istituto Renato Mannheimer.
Nel complesso, gli italiani continuano a conoscere poco le attività dell’UE anche se si informano un po’ di più attraverso la televisione, internet e i giornali. L’euro e la libertà di movimento sono i due concetti che gli italiani associano più spesso all’Europa. Proprio la moneta unica risulta essere ormai una realtà acquisita, infatti il 75% degli italiani reputa l’uscita dall’euro un fatto negativo.
Il vicepresidente della Commissione Europeo Antonio Tajani ha commentato: “Malgrado la crisi di fiducia che tocca tutte le istituzioni, la maggioranza degli italiani vuole rimanere nell’euro e chiede più Europa politica per far fronte ala crisi e creare nuova occupazione e crescita. Questo significa che mai come adesso l’Europa ha la responsabilità di dimostrare il valore aggiunto dell’agire insieme per dare risposte concrete e rapide a chi cerca lavoro. E’ anche incoraggiante constatare che una percentuale crescente di giovani sente l’appartenenza ad una identità europea”.
L’UE, infatti, si colloca a metà nella classifica delle istituzioni, piazzandosi sopra il Governo, il Sindacato, il Parlamento e i Partiti politici. Tra i sostenitori delle varie forze politiche, la maggioranza degli elettori dell’UDC (76%), di SEL (67%), dell’IDV (53%) e del PD (52%) dichiara di aver fiducia. Di parere opposto sono invece i sostenitori del PDL e del Movimento 5 Stelle la cui maggioranza, il 69% e il 64% rispettivamente, dice di non “credere nell’Europa”.
Tra le varie fasce di popolazione, molta fiducia viene attribuita dai giovani tra i 18 e i 24 anni (57%), dai laureati (59%), dai residenti del Nord Ovest (45%), dagli impiegati/insegnanti e dagli studenti (58%). Spicca invece la sfiducia di casalinghe (70%), pensionati (63%) e disoccupati (68%). Rispetto al senso di appartenenza, ben 4 italiani su 10 dichiarano di sentirsi molto cittadini europei.
Solo un italiano su 5, però, dichiara di sapere in modo abbastanza preciso quello che l’UE fa; se si analizza il dato dal punto di vista dell’appartenenza politica, il quadro è ribaltato rispetto a quello della fiducia: a conoscere meglio le attività dell’UE sono, infatti, gli elettori del Movimento 5 Stelle (90%). Gli italiani risultano più attivi nella ricerca di informazioni sull’UE: 4 su 10 dichiarano di aver cercato almeno qualche volta informazioni sull’Unione Europea, le sue politiche e le sue istituzioni. L’interesse personale continua ad essere la ragione predominante per la curiosità (57%), seguita dallo studio e il lavoro (32%) e la ricerca di opportunità (7%); televisione (40%), siti internet (33%) e quotidiani (20%) sono i media più usati per ricercare e ottenere informazioni.
In generale, più della metà degli italiani (51%) ritiene che l’appartenenza all’Unione Europea sia una cosa positiva per il nostro Paese. Solo 1 su 10 è convinto del contrario. Il 60% degli italiani ritiene che l’introduzione dell’euro abbia portato più svantaggi che vantaggi, ma non vorrebbero comunque tornare indietro. Ancora più netto è il giudizio per quanto riguarda un eventuale ritorno alla lira: 3 italiani su 4 giudicano in modo negativo una simile ipotesi, mentre per quasi 1 su 2 sarebbe un vero disastro per l’economia.
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