L’Istat in audizione al Senato sulla legge di Stabilità fotografa, fra Pil e recessione, un dato drammatico: in cinque anni è raddoppiato il numero di persone in povertà assoluta. “La recessione ha determinato gravi conseguenze sulla diffusione e sull’intensità del disagio economico nel nostro paese: dal 2007 al 2012 il numero di individui in povertà assoluta è raddoppiato (da 2,4 a 4,8 milioni)“, rileva l’Istituto di statistica, che evidenzia inoltre come la crisi si rifletta sulla spesa dei nuclei familiari: nel primo semestre dell’anno il 17% delle famiglie (ben il 4,9% in più rispetto ai primi sei mesi del 2011) ha dichiarato di aver diminuito la quantità di generi alimentari acquistati e, contemporaneamente, di aver scelto prodotti di qualità inferiore. Una simile tendenza si ha anche nei settori dell’abbigliamento e delle calzature.
Per il Codacons “si tratta di dati vergognosi, da Terzo Mondo, che dimostrano come la priorità di questo Paese debba diventare la lotta alla nuove povertà. Ecco perché la legge di stabilità è tutta da rifare. Fino a che si alzano le tasse che pagano anche i poveri, come l’Iva, e si lasciano stare i ricchi che guadagnano più di 90.000 euro, le pensioni d’oro, chi vive di rendite finanziarie, chi possiede yacht, chi evade e specula, non si andrà da nessuna parte – prosegue l’associazione – Se il 17% delle famiglie è stata costretta a ridurre persino i consumi alimentari pur di arrivare a fine mese, beni necessari per eccellenza, come si può pensare che le imprese che vendono abbigliamento, calzature, mobili ed elettrodomestici possano uscire dalla crisi?”. Per il Codacons si uscirà dalla crisi solo se si deciderà di aiutare i più poveri: l’associazione “ribadisce la richiesta di riabbassare l’aliquota ordinaria Iva al 21%, trovando i 4 miliardi necessari dall’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie e dall’aumento dell’aliquota Irpef per chi guadagna più di 90.000 euro”.
Per Adiconsum, invece, è opportuno intervenire sulla nuova Legge di Stabilità “riducendo il cuneo fiscale ma inserendo allo stesso tempo una norma che obblighi tutte le amministrazioni pubbliche ad utilizzare le Centrali di Acquisto nazionali, senza nessuna deroga, intercettando così anche un’importante “fetta” di corruzione, che emerge periodicamente agli onori della cronaca. E’ tempo che si taglino gli sprechi della politica, ad iniziare dagli organi elettivi delle Province, che si accorpino i piccoli Comuni, e che si lancino bandi regionali per il trasporto regionale con autobus”.


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1 thought on “Istat: raddoppiano i poveri. Consumatori: priorità è lotta a povertà

  1. Un giorno qualcuno capirà, forse che il mondo è cambiato?
    capirà che è assurdo lagnarsi delle rendite finanziarie mentre la tassazione delle rendite immobiliari è diminuita ( cedolare ridotta al 15% dal 21%?)
    capirà che gli immobili non si spostano mentre i capitali sì?
    capirà che solo aver messo la tobin ( senza coordinamento europeo) ha provocato una riduzione del 30% dei volumi e del gettito sperato?
    capirà che aumentare la tassazione sui titoli di stato non è possibile per evitare la fuga da tali investimenti?
    capirà che con azioni e derivati le aziende si finanziano a costi inferiori al mutuo bancario?
    insomma qualcuno che sbarluffa delle cattive “rendite finanziarie” in italia si degnerà mai di capire di cosa sta parlando…..ovviamente no: mettere in contrapposizione i buoni poveri e i cattivi speculatori è più facile

Parliamone ;-)

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