Istat: a novembre sale fiducia consumatori. AACC: inverosimile
Torna a salire la fiducia dei consumatori ma rimane la preoccupazione per il futuro e per la disoccupazione. Secondo i dati resi noti oggi dall’Istat, a novembre l’indice del clima di fiducia dei consumatori in base 2005=100 aumenta a 98,3 da 97,3 del mese di ottobre. Cresce la componente personale mentre diminuisce quella economica e il clima futuro.
I giudizi sulla situazione economica del Paese migliorano: il saldo passa da -129 a -123. Per le attese si registra un peggioramento (da -15 a -23 il saldo). Aumentano le attese sulla disoccupazione: passa infatti da 71 a 74 il relativo saldo. Migliorano giudizi e attese sulla situazione economica della famiglia e sul bilancio familiare. Le opinioni sull’opportunità attuale e sulle possibilità future di risparmio sono valutate in aumento: i rispettivi saldi passano da 134 a 140 per le prime e da -59 a -53 per le seconde. Le valutazioni sull’opportunità di acquisto di beni durevoli mostrano un miglioramento. A livello territoriale, il clima di fiducia aumenta al Nord, diminuisce di poco al Centro e rimane stabile nel Mezzogiorno.
Se per Coldiretti la ripresa della fiducia rappresenta una speranza per le spese di Natale, specialmente nel settore dell’agroalimentare, sono scettiche le associazioni dei consumatori: le difficoltà economiche e la confusione dei cittadini sul nuovo sistema di tassazione, ancora in fase di elaborazione, rendono impossibile una ripresa del clima di fiducia. Questo quanto sostengono Federconsumatori e Adusbef, per le quali “appare del tutto inverosimile la rimonta del clima di fiducia dei consumatori a novembre”.
“Nella fase attuale i cittadini sono confusi e disorientati, non capiscono cosa ne sarà dell’IMU e della IUC (ex Tarsu, TIA, Tares, Trise, Tari, Tasi…), inoltre devono fare i conti con gravi difficoltà economiche e con una progressiva erosione del proprio potere di acquisto”, ribadiscono le due associazioni, che ricordano come secondo l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori nel biennio 2012-2013 la contrazione dei consumi raggiungerà l’8,1%, per una contrazione complessiva della spesa delle famiglie pari a circa 60 miliardi di euro. I consumi destinati alle feste diminuiranno: la stima è di una flessione dell’11,2%. “Parlare di ripresa della fiducia significa vivere fuori dalla realtà. Dal nostro osservatorio internazionale confermiamo che è aumentata sì la fiducia, ma solo quella dei ricchi villeggianti nei resort di Antigua”, sferzano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef.
“Adiconsum è convinta che progressivamente si uscirà dallo stato di recessione – afferma il presidente nazionale Adiconsum Pietro Giordano di fronte ai dati dell’Istat – se ci sarà grande senso di responsabilità delle forze politiche tale da permettere un colpo di reni ad un’economia che ormai da 7 anni è ridotta allo spasimo”. La vera ripresa, a giudizio dell’associazione, si avrà nel secondo semestre del 2014 e solo attraverso un’immissione di risorse economiche a favore delle famiglie e dei pensionati. “Solo così si potranno reincentivare i consumi creando un circuito virtuoso consumi-produzione beni e servizi-occupazione-reddito-consumi”.