Migranti, Commissione europea: mai più tragedie come Lampedusa
Per evitare altre tragedie come quella di Lampedusa è necessario agire a livello europeo per migliorare la gestione delle migrazioni, dell’accoglienza e della richiesta di asilo. Servono dunque misure concrete per scongiurare ulteriori drammi e per questo la Commissione europea ha presentato oggi una serie di iniziative, frutto del lavoro della task force per il Mediterraneo, con l’obiettivo di rafforzare solidarietà e assistenza reciproca per salvare la vita dei migranti in viaggio nel Mediterraneo alla volta dell’Europa. Fra le azioni previste, ci sono la sorveglianza delle frontiere, un sostegno finanziario – per l’Italia sono stati stanziati 30 milioni di euro – la lotta contro la tratta e il traffico dei migranti, la possibilità di ingressi protetti e di nuovi canali di ingresso legale, e l’attuazione di una più ampia cooperazione con i paesi terzi.
Commenta Cecilia Malmström, Commissaria europea per gli Affari interni: “Due mesi fa la tragedia di Lampedusa ha suscitato una forte ondata emotiva in tutta Europa e un coro di voci si è levato per mettere fine a questo tipo di catastrofi. Sono certa che questo sentimento è ancora vivo. Le misure e le proposte di oggi danno valore aggiunto a una risposta europea vera e propria. Mi rivolgo agli Stati membri perché attingano appieno all’opportunità unica di dimostrare che l’Unione europea si fonda sulla solidarietà e sul sostegno concreto. È il momento di passare all’azione”.
La task force ha individuato iniziative concrete in cinque ambiti. Il primo riguarda la sorveglianza delle frontiere per salvare vite umane: l’Europa deve poter assistere le persone in pericolo intensificando le operazioni di controllo alle frontiere e potenziando la propria capacità di intercettare le imbarcazioni nel Mediterraneo. Frontex ha dunque presentato alla task force una nuova strategia che mira a coordinare i pattugliamenti all’interno di una piattaforma comune e coordinata, da Cipro alla Spagna, concentrandosi sulle principali rotte migratorie. Il lavoro di sorveglianza delle frontiere degli Stati sarà coordinato e andrà a costituire una rete europea di pattuglie concentrata sulle principali rotte migratorie, da Cipro alla Spagna, in modo da intercettare le imbarcazioni e intervenire in tempo per salvare la vita dei migranti in pericolo. Secondo le stime di Frontex, per realizzare questa nuova strategia ci vorranno circa 14 milioni di euro in più l’anno. È inoltre importante che le navi mercantili e i capitani di altre imbarcazioni sappiano che non rischiano sanzioni quando soccorrono migranti in pericolo e che vengano messi a disposizione posti di sbarco veloci e sicuri. Va chiarito che chi presta questo tipo di assistenza non rischia nessuna conseguenza giuridica negativa, a condizione che agisca in buona fede.
Un secondo ambito di intervento riguarda l’assistenza e la solidarietà. Ogni Stato, afferma la Commissione europea, deve disporre di sistemi d’asilo, migrazione e integrazione efficienti, ma gli Stati esposti a un forte afflusso migratorio devono poter beneficiare di un sostegno particolare che rende necessari nuovi strumenti. Per quanto riguarda il sostegno finanziario, la Commissione sta accantonando fondi per un totale di 50 milioni di euro (compresi i finanziamenti di emergenza). Per l’Italia sono stati stanziati 30 milioni di euro, anche per le operazioni di sorveglianza delle frontiere nel quadro del mandato Frontex, mentre per gli altri Stati sono stati stanziati 20 milioni di euro per migliorare la capacità di accoglienza, di trattamento, di selezione e di registrazione. E’ inoltre previsto il sostegno al trattamento delle domande di asilo con l’invio dei funzionari di uno Stato Ue nei paesi in prima linea per favorire il trattamento efficace delle domande di asilo.
Terzo ambito di intervento è rappresentato dalla lotta contro la tratta e il traffico di migranti e la criminalità organizzata, con la necessità di intensificare la cooperazione anche con i paesi terzi. Le iniziative proposte riguardano “più centralità e risorse a Europol in modo che possa coordinare le altre agenzie dell’UE preposte alla lotta contro il traffico di esseri umani e contro la criminalità organizzata; il riesame dell’attuale legislazione dell’UE contro il traffico di esseri umani, il cosiddetto “pacchetto favoreggiatori”, in modo da conciliare l’efficacia della lotta contro il traffico con la necessità che l’assistenza umanitaria non venga considerata un reato; più sostegno ai programmi di sviluppo della capacità per contrastare il traffico e la tratta di esseri umani nel nord Africa, nei principali paesi d’origine e nei paesi di primo asilo “.
La Commissione europea propone interventi che riguardano protezione regionale, reinsediamento e ingresso legale in Europa. Nell’ambito del reinsediamento in un paese terzo rispetto a quello in cui è stata cercata protezione, la Commissione sottolinea che nel 2012 sono state poco meno di cinquemila le persone reinsediate nell’Unione in dodici Stati membri, mentre nello stesso anno il Regno Unito ha reinsediato più di 50 000 persone. “Se tutti gli Stati membri partecipassero al reinsediamento e mettessero a disposizione un numero proporzionato di posti, l’Unione sarebbe in grado di accogliere migliaia di persone in più dai campi profughi – afferma la Commissione – Per dare impulso al reinsediamento nel 2014-2020 saranno messi a disposizione fondi per sostenere sforzi e impegni aggiuntivi in questo senso. La Commissione europea prevede di mettere a disposizione un importo forfettario fino a 6 000 euro per ogni rifugiato reinsediato”. La Commissione intende inoltre verificare la possibilità di ingressi protetti nell’Unione, perché si possa accedere alla procedura di asilo prima di entrare nella Ue e senza imbarcarsi in viaggi pericolosi, mentre sottolinea la necessità di ampliare i programmi di protezione regionali esistenti e di aprire nuovi canali di ingresso legale.
La quinta iniziativa individuata dalla task force riguarda lo svolgimento di azioni in cooperazione con i paesi terzi, ad esempio attraverso accordi di partenariato per la mobilità: accordi già ci sono con Capo Verde, Moldova, Georgia, Armenia e Marocco, mentre servono nuovi dialoghi su migrazione, mobilità e sicurezza con altri paesi del Mediterraneo, in particolare Egitto, Libia, Algeria e Libano.
Prossime tappe? La Commissione riferirà ai ministri della Giustizia e degli Affari interni il 5 e 6 dicembre, in vista della discussione e dell’approvazione al Consiglio europeo di dicembre. Le iniziative più a lungo termine saranno analizzate in occasione della riflessione sul seguito del programma di Stoccolma, quando verranno soppesate le sfide e le priorità delle politiche di affari interni nei prossimi anni.
