Atlante Sprar, la via italiana dell’accoglienza: crescono i progetti e beneficiari
Una rete di accoglienza e di solidarietà che coinvolge più di 800 comuni in tutta Italia e che mette a disposizione progetti finalizzati a dare un’altra chance ai rifugiati e richiedenti silo che ogni anno arrivano nel nostro Paese. É la rete degli Sprar, una best practice unica in Europa che consente all’Italia di gestire, piuttosto che subire, il carico delle migrazioni internazionali che sempre più spesso interessano la Penisola. L’Atlante Sprar 2015, presentato questa mattina da Anci e Cittalia, fotografa lo stato della rete di seconda accoglienza e offre un identikit dei beneficiari dei servizi offerti a supporto di una migrazione che sia davvero l’occasione per avviare una nuova vita.
Nel 2015 sono stati 21.613 i posti in accoglienza resi disponibile dai 430 progetti finanziati dal Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo (FNPSA). A beneficiarne sono stati 29.761 tra richiedenti asilo e persone a cui è già stato riconosciuto lo status di rifugiato. A livello regionale il primato della seconda accoglienza va al Lazio (con il 22,4%del totale nazionale) e alla Sicilia (20,1%), seguite poi dalla Puglia (9,4%) e dalla Calabria (8,9%). Le quattro regioni, da sole, coprono il 62,9% del totale dei posti disponibili.
Ma chi sono e a dove provengono i beneficiari di questi servizi? Si tratta per lo più di uomini (88%) con un’età compresa tra i 18 e i 35 anni che arrivano dalla Nigeria (15,2%), dal Pakistan (12,5%) e dal Gambia (12,2%) portandosi dietro un titolo di studio medio-alto.
“Spesso si identifica il momento dell’arrivo del migrante in un altro paese con una sorta di “anno zero”, come se prima non ci fosse stata un’altra vita, un passato e delle conoscenze che già sono state acquisite e maturate”, spiega Maria Silvia Olivieri, responsabile della rete Sprar. “L’errore più grande quando si fa accoglienza è invece proprio quello di non tenere i considerazione la volontà del migrante e le sue aspirazioni e finora nessuna politica europea ha preso in considerazione questo aspetto”, aggiunge Leonardo Dominici, presidente della fondazione Cittalia.
I servizi erogati nel 2015 sono stati nel complesso 259.965. Di questi il 20,7% ha riguardato l’assistenza sanitaria, il 16,6% la formazione, il 15% le attività multiculturali. Importante è poi l’aspetto legato alla formazione professionale per l’acquisizione di competenze teoriche e pratiche per lo svolgimento di attività lavorative: nel 34,8% dei casi il numero dei beneficiari che hanno frequentato corsi professionali va da 1 a 10. 643 sono invece gli inserimenti lavorativi registrati nel 2015 a seguito di corsi di formazione e tirocini, specie nei settori della ristorazione e del turismo (60%) così come nell’agricoltura e nei servizi alla persona.