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Oltre una persona su quattro nel mondo nel 2018 si è impegnata nel volontariato

Nel 2018 più di una persona su 4 nel mondo ha dedicato tempo a una organizzazione senza scopo di lucro senza ricevere in cambio alcun compenso. Il fenomeno segue un andamento diverso fra i paesi. In ogni caso, il 28,5% di tutte le persone intervistate nel 2018 ha dedicato tempo a una organizzazione senza scopo di lucro impengnandosi in attività di volontariato. Non ci sono differenze di genere: uomini e donne si dedicano al volontariato in egual misura.

Chi sono i più impegnati? Giovani e anziani, ai due opposti. La percentuale più alta di persone che si dedicano al volontariato si trova infatti nella fascia d’età 18-24 anni (33%) e tra gli over 65 (29%).

Svolge un qualche peso il livello di istruzione: i più istruiti sono più impegnati in attività di volontariato (42%) rispetto alle persone che hanno un grado di istruzione inferiore (18%).

È quanto evidenzia BVA DOXA, in collaborazione con WIN, network internazionale di società di ricerca di mercato e di opinione pubblica di cui è socio fondatore, che ha diffuso i risultati del sondaggio mondiale sul volontariato condotto su 31.890 persone in 41 Paesi.

 

mani simbolo volontariato

 

Il commento

Sostiene Vilma Scarpino, amministratore delegato di BVA Doxa e presidente di WIN: «Il ruolo dei volontari è sempre più cruciale. È importante che i nostri media, i nostri governi e le nostre istituzioni continuino a premiare e a incoraggiare il volontariato. Oltre ad aiutare gli altri, il volontariato ha dimostrato di migliorare anche il benessere dei volontari stessi. È naturale che ognuno si senta appagato dopo avere aiutato qualcuno. La nostra indagine globale con dati provenienti da 31.890 persone in 41 Paesi, ha anche rilevato che ci sono differenze molto ampie a livello nazionale rispetto al tema del volontariato e, come WIN, ci auguriamo che possano ridursi».

Il volontariato in paesi diversi

Il tempo dedicato al volontariato è molto diverso da paese a paese. Secondo la ricerca BVA Doxa, i Paesi con il più alto tasso di volontariato sono il Paraguay (57%) e la Cina (57%), mentre quelli con il tasso più basso sono la Corea del Sud (6%) e l’Italia (7%). Livelli molto elevati di volontariato sono registrati anche in Australia (46%), Sudafrica (44%), India (43%) e Stati Uniti (42%). Livelli bassi invece si registrano in Indonesia (10%), Giappone (14%) e Pakistan (16%).

L’Italia, perché solo il 7%?

Per l’Italia, però, la società azzarda una spiegazione che ha a che fare  con l’interpretazione di cosa sia considerato “volontariato”.

Doxa parla infatti di «una peculiarità per quel che concerne proprio il dato italiano: probabilmente gli intervistati italiani hanno risposto in modo più scrupoloso attenendosi esclusivamente alle attività di volontariato svolte in modo regolare/sistematico (e non solo occasionale) e soprattutto limitandosi a quanto fatto per conto di organizzazioni no-profit, escludendo dunque tutto ciò che fanno su iniziativa individuale o per conto di altri tipi di realtà (es. parrocchie, scuole, associazioni, società sportive, comunità, gruppi di cittadini, e così via»).


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