L’inserzione pubblicitaria riguarda il gioco d’azzardo? Sì, ma non è chiara. Per questo l’Unione Nazionale Consumatori ha chiesto all’Autorità Antitrust di verificare la comunicazione fatta dai servizi di scommesse su alcuni giornali sportivi, perché questa non consentirebbe di riconoscere messaggi che promuovono l’azzardo. Il caso è presto detto da Massimiliano Dona, presidente UNC: “La pubblicità del marchio GazzaBet e Bwin pubblicata sulla Gazzetta dello sport e Tuttosport vicino alle quote per scommettere sull’esito delle partite è il motivo che ha spinto l’Unione Nazionale Consumatori a presentare all’Autorità Antitrust una segnalazione per valutare se si tratta di una pubblicità scorretta”.

“Dall’esame della grafica di questi messaggi sembrerebbe che non sia fornita alcuna informazione per riconoscere che l’inserzione riguarda il gioco d’azzardo: non compaiono, infatti, le indicazioni obbligatorie sul divieto per i minori di 18 anni, così come mancano le formule che avvertono dei rischi di dipendenza. In questo modo il lettore non è messo nelle condizioni di accorgersi, in modo inequivocabile, che si tratta di pubblicità di siti specializzati nell’offerta di servizi di e-gaming. Ciò potrebbe indurlo a prendere una decisione che non avrebbe altrimenti preso. Abbiamo, quindi, chiesto all’Autorità di attivarsi urgentemente per accertare la legittimità delle pratiche commerciali, considerata anche l’attenzione che negli ultimi tempi si sta rivolgendo al tema del gioco d’azzardo e alle sue conseguenze”.


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