Gig Economy, Parlamento Ue definisce nuove tutele minime per i lavoratori
In arrivo nuovi diritti per i lavoratori della Gig Economy. Grazie alla normativa approvata ieri dal Parlamento Ue, coloro che svolgono lavori a chiamata, a voucher o tramite piattaforme digitali come Uber, Foodora o Deliveroo potranno godere di garanzie minime ad oggi assenti.
“Questa direttiva è il primo grande passo verso l’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali, che riguarda tutti i lavoratori dell’UE. A tutti i lavoratori che si sono trovati in un limbo saranno concessi diritti minimi grazie a questa direttiva e le sentenze della Corte di giustizia europea: d’ora in poi nessun datore di lavoro potrà abusare della flessibilità del mercato del lavoro“, ha dichiarato il relatore Enrique Calvet Chambon (ALDE, ES).
La legge prevede che tutti i lavoratori devono essere informati fin dal primo giorno, come principio generale e, ove giustificato, entro sette giorni, degli aspetti essenziali del loro contratto di lavoro, quali: descrizione delle mansioni, data di inizio, durata, retribuzione, giornata lavorativa standard o orario di riferimento per coloro che hanno orari di lavoro imprevedibili.
I lavoratori con contratti a chiamata o con forme analoghe di occupazione beneficeranno di un livello minimo di prevedibilità, come orari e giorni di riferimento predeterminati; la possibilità di rifiutare, senza conseguenze, un incarico al di fuori dell’orario prestabilito o essere compensati se l’incarico non è annullato in tempo; il divieto per i datori di lavoro di sanzionare i lavoratori che vogliono accettare impieghi con altre imprese, se le nuove mansioni non rientrano nell’orario di lavoro stabilito, e nuove misure nazionali, da stabilire, per prevenire le pratiche abusive, quali dei limiti allo scopo e alla durata del contratto.
I periodi di prova non potranno essere superiori a sei mesi o proporzionali alla durata prevista del contratto in caso di lavoro a tempo determinato. Un contratto rinnovato per la stessa funzione non potrà essere definito quale periodo di prova.
Infine, il datore di lavoro dovrà fornire gratuitamente una formazione che sarà inclusa nell’orario di lavoro. Quando possibile, tale formazione dovrà essere anche completata entro l’orario di lavoro.