Futuro dell’Europa, PE: cosa funziona e cosa cambiare. La parola passa ai cittadini
Una rappresentanza di 751 cittadini europei ha preso oggi il posto dei deputati del Parlamento europeo per esprimere la propria visione sull’Europa: cosa funziona nell’Unione Europea; cosa va cambiato, ma anche come questa dovrebbe evolvere per rispondere meglio alle sfide attuali e future.L’evento dal titolo “Il Parlamento dei cittadini” è stato inaugurato dal Presidente Antonio Tajani, che ha dichiarato: “Il dibattito di oggi relativo al futuro dell’Europa è dedicato interamente ai cittadini che sono chiamati a esprimere le loro idee e a impegnarsi per delineare il nostro futuro comune. Il Parlamento è resterà sempre la loro casa.” “Il Parlamento dei cittadini” è soltanto uno degli eventi politici in programma per riflettere su ciò che l’Europa unita ha raggiunto nei 60 anni dalla firma del Trattato di Roma e su come dovrebbe cambiare in futuro.
Tra i principali argomenti di discussione: disoccupazione giovanile, globalizzazione, sicurezza, cambiamento climatico e il volto dell’UE post Brexit.
I deputati europei hanno già dato il loro contributo al dibattito, adottando le tre relazioni sul futuro dell’Europa nella plenaria di febbraio. Ai primi di marzo inoltre, il Parlamento ha discusso il Libro bianco della Commissione sui cinque possibili scenari futuri per l’UE. Alla fine della settimana, i capi di Stato si riuniranno a Roma per celebrare il 60° anniversario del Trattato e discutere del futuro dell’Unione.
Cinque gli scenari possibili per il futuro dell’Unione europea che Jean Claude Juncker, Presidente della Commissione UE, ha presentato al Parlamento europeo. Dall’enfasi sul mercato unico a proposte per maggiore integrazione tra i Paesi, le idee di Juncker hanno scatenato varie reazioni tra i gruppi politici. Nonostante le diverse opinioni, la maggioranza degli eurodeputati ritiene necessaria una riflessione sul futuro nel mese in cui il Regno Unito potrebbe annunciare ufficialmente l’uscita dall’Ue.
Il Presidente della Commissione Ue si è astenuto dall’esprimere la propria preferenza verso uno scenario o un altro, limitandosi ad affermare: “Non spetta a me prendere la decisione finale. Sarà compito del Parlamento Ue, dei parlamenti nazionali e poi ancora dei governi e della società civile esprimersi. In altri termini spetterà ai cittadini scegliere. Noi, della Commissione, preferiamo ascoltare prima di esporre il nostro punto di vista”.
Nel corso della sessione plenaria di febbraio gli eurodeputati hanno già adottato tre risoluzioni sul futuro dell’Europa. In una di queste si guarda ai possibili miglioramenti apportabili all’attuale sistema esistente, in un’altra si considerano i cambiamenti ai Trattati necessari per procedere a riforme aggiuntive, mentre la terza è dedicata ad analizzare gli strumenti per avvicinare tra loro le economie che hanno scelto di adottare l’euro come moneta.