“Il lavoro è la vera priorità del paese”. Perché al di là delle fredde statistiche ci sono famiglie impoverite che negli anni della crisi hanno dovuto tagliare le spese e che usano il budget a disposizione – uno stipendio, una pensione – per reggere le esigenze della famiglia intera, compresi figli e nipoti (che stanno economicamente peggio dei padri). A ribadire la priorità del fattore lavoro sono ancora una volta Federconsumatori e Adusbef di fronte agli ultimi dati sul mercato del lavoro diffusi oggi dall’Istat.

Il tasso di disoccupazione,nel terzo trimestre di quest’anno, è stabile all’11,6% ed è aumentato dello 0,4% rispetto allo stesso periodo del 2015. “Nonostante il lieve cenno di miglioramento il tasso continua ad attestarsi su livelli estremamente elevati e preoccupanti, di fronte ai quali non bisogna abbassare la guardia”, dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef, che ribadiscono: “Il lavoro, infatti, è la vera priorità del Paese, l’elemento da cui ripartire per dare nuovo slancio al sistema economico, rimettendo in moto la domanda interna e la redistribuzione dei redditi”. Secondo l’Osservatorio Federconsumatori, se il tasso di disoccupazione diminuisse fino ad arrivare al 6% la capacità di acquisto delle famiglie aumenterebbe di circa +40 miliardi di euro l’anno, perché si libererebbero le risorse economiche destinate al mantenimento di figli e nipoti disoccupati, mentre il fondo pensionistico (con i contributi dei nuovi occupati) avrebbe un aumento di circa 15 miliardi di euro. “Intervenendo per creare nuova occupazione si restituirebbe un futuro ai giovani e ad un Paese intero”, ribadiscono Federconsumatori e Adusbef.

I dati Istat sul mercato del lavoro, diffusi oggi, dicono che l’economia italiana nel terzo trimestre di quest’anno ha registrato un aumento congiunturale del Pil dello 0,3%, in linea con quella dell’area dell’euro, ed una crescita tendenziale dell’1%. Il confronto annuale (tra il terzo trimestre del 2016 e lo stesso periodo dell’anno precedente) evidenzia una crescita complessiva di 239 mila occupati, meno accentuata rispetto a quella registrata nel secondo trimestre dell’anno. La crescita riguarda soltanto i dipendenti a tempo indeterminato. Nel complesso, la crescita dell’occupazione riguarda in maggior misura le donne (+189 mila in un anno), ed è concentrata esclusivamente tra gli over 50enni.


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