Riformare il sistema finanziario globale e promuovere la finanza etica e sostenibile. Nella corsa verso le elezioni europee di fine maggio, un appuntamento considerato sempre più decisivo per le sorti dell’Unione europea, si moltiplicano le prese di posizioni e gli appelli perché l’Europa imbocchi una nuova strada. E nelle strade indicate c’è quello della finanza etica, le cui sigle chiedono ai candidati al Parlamento europeo di impegnarsi a cambiare la finanza per cambiare la stessa Europa. Di rispondere alla richiesta di economia sostenibile e finanza sostenibile che viene da più parti, prima di tutto dai giovani scesi in piazza nei FridaysforFuture, dando risposte concrete.

La finanza può e deve diventare uno strumento per affrontare le grandi sfide del presente e del futuro: i cambiamenti climatici e le disuguaglianze che generano sofferenza sociale e ondate migratorie globali. La UE può fare molto per regolamentare i mercati globali e spingerli a lavorare per uno sviluppo sostenibile, solidale e inclusivo”: così afferma il Gruppo Banca Etica che, in collaborazione con le reti europee della finanza sostenibile Gabv, Febea e Finance Watch, ha redatto un pacchetto di proposte su cui chiede alle candidate e ai candidati al Parlamento di Strasburgo di prendere posizione prima del voto del 25 maggio. Le proposte riguardano da una parte le riforme del sistema finanziario globale e dall’altra la promozione della finanza etica e sostenibile.

Le proposte di riforma del sistema finanziario partono dalla giustizia fiscale e dalla lotta ai paradisi fiscali. Bisogna dunque “impedire che nell’Unione esistano territori che agiscono come veri paradisi fiscali, con conseguenze devastanti sulla diseguaglianza e la concorrenza. Alcuni passi sono stati fatti, ma sono urgenti normative per contrastare l’evasione e l’elusione fiscale, il riciclaggio e la criminalità, per l’armonizzazione fiscale e una giusta tassazione delle imprese, a partire dai giganti tecnologici”. A questo si affianca una riforma globale del sistema finanziario e la ripresa di due normative sulle quali si stava lavorando, in seguito accantonate: la separazione tra banche di investimento e banche commerciali e la tassa sulle transazioni finanziarie.

Oltre a contrastare le speculazioni, si chiede la promozione di una finanza sana e di un diverso sistema bancario e finanziario. “Per rispondere alla molteplicità di esigenze presenti nella società servono diversi modelli bancari, una sorta di “biodiversità bancaria” diametralmente opposta alle regole a taglia unica – one size fits all – troppo spesso promosse su scala europea”, dicono da Banca Etica.

La richiesta portata ai canditati alle europee, se eletti, è di impegnarsi per rafforzare l’action plan per la finanza sostenibile, fissando criteri stringenti per definire la finanza sostenibile in maniera rigorosa inserendo, accanto a quelli ambientali anche parametri sociali e di governance; riferimenti al contrasto alla speculazione e all’evasione fiscale. Ancora: di definire la sostenibilità dei prodotti finanziari guardando non solo allo specifico prodotto o finanziamento erogato, ma anche al comportamento complessivo della banca o del gestore. E di riconoscere un  “social supporting factor”, “vale a dire condizioni per facilitare l’erogazione di credito a favore di progetti e iniziative di imprese e organizzazioni con impatti positivi per la società”.

“Cambiare il sistema finanziario, al di là dell’importanza in sé, significa dotarsi di strumenti per affrontare le sfide economiche, sociali e ambientali che abbiamo davanti. Dal clima alle diseguaglianze, dalla giustizia fiscale al lavoro, abbiamo bisogno di un sistema finanziario che si metta al servizio della società e del pianeta, e che passi dall’essere una parte rilevante del problema a parte della soluzione – dice il presidente della Fondazione Finanza Etica, Andrea Baranes – Chiediamo ai candidati al Parlamento Europeo un impegno per lavorare in questa direzione!”.

 

Notizia pubblicata il 07/05/2019 ore 18.22


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