Il programma Erasmus compie 30 anni. Chiunque pronunci questa parola non può fare a meno di pensare alle migliaia di ragazzi europei che grazie ad esso hanno avuto l’opportunità di studiare e formarsi in un paese diverso dal proprio. Nel 2015 il programma “Erasmus+” (che ha sostituito la prima edizione nata nel 1987) ha permesso a 678.000 europei di studiare, lavorare e fare volontariato all’estero. Nello stesso anno l’UE ha investito 2,1 miliardi di euro in oltre 19.600 progetti, a cui hanno partecipato 69.000 organizzazioni.adolescentiUn bilancio con cifre da capogiro, quello riassunto nella relazione annuale presentata ieri dalla Commissione europea. L’obiettivo prima della chiusura del programma nel 2020 è quello di sostenere 4 milioni di persone e, visti i risultati per il 2015, sembra facilmente raggiungibile.

Nel 2015, infatti, Erasmus+ si è ulteriormente ampliato, permettendo per la prima volta agli istituti di istruzione superiore di inviare in paesi al di fuori dell’Europa, e accogliere da questi, più di 28.000 studenti e membri del personale. La Francia, la Germania e la Spagna rimangono i tre principali paesi di partenza, mentre la Spagna, la Germania e il Regno Unito ospitano la maggior parte dei partecipanti al programma Erasmus+. Il riscontro da parte dei partecipanti conferma che il tempo trascorso all’estero con il programma Erasmus+ è ben investito: il 94 % afferma di avere migliorato le proprie competenze e l’80 % ritiene che la partecipazione al programma abbia aumentato le opportunità professionali. Fra gli studenti che svolgono un tirocinio all’estero grazie a Erasmus+, uno su tre riceve un’offerta di lavoro dall’impresa ospitante.

Jyrki Katainen, Vicepresidente responsabile per l’Occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività, ed ex studente Erasmus presso l’Università di Leicester (Regno Unito), ha dichiarato: “L’istruzione è essenziale perché dota le persone delle conoscenze, competenze, abilità e capacità necessarie per mettere a frutto il loro potenziale e le opportunità che si presentano. La mobilità amplia gli orizzonti e ci rende più forti. Il programma Erasmus può offrirci tutto questo. In quanto ex studente Erasmus, ho vissuto tutto ciò in prima persona. Incoraggio anche altri studenti e in particolare gli insegnanti, i formatori, gli animatori giovanili e gli studenti dell’istruzione e formazione professionale ad avvalersi delle possibilità offerte nell’ambito del programma Erasmus+.”

La pubblicazione della relazione coincide con l’avvio della campagna che segna il 30º anniversario del programma Erasmus (chiamato dal 2014 Erasmus+ in quanto raggiunge più persone mediante una più vasta gamma di possibilità). Durante tutto il 2017 si terranno eventi a livello europeo, nazionale e locale per illustrare l’impatto positivo di Erasmus sugli individui e sulla società nel suo insieme e per dare a tutte le parti interessate la possibilità di discutere sulla futura evoluzione del programma. Negli ultimi 30 anni il programma Erasmus+ e i suoi predecessori hanno sostenuto non solo più di 5 milioni di studenti, apprendisti e volontari, ma anche scambi di personale e di giovani, pari a 9 milioni di persone in totale.

“Da tre decenni il programma Erasmus offre ai giovani occasioni che consentono loro di sviluppare competenze fondamentali, tra cui quelle sociali e interculturali, e promuove la cittadinanza attiva”, ha dichiarato Tibor Navraciscs, Commissario per l’Istruzione, la cultura, la gioventù e lo sport, “Creando collegamenti tra le persone e aiutandole a lavorare insieme, il programma svolge un ruolo essenziale nel dare ai giovani la possibilità di costruire una società migliore. Questa è la solidarietà di cui l’Europa ha bisogno, oggi più che mai. Intendo far sì che in futuro Erasmus+ sostenga un numero ancora più elevato di persone provenienti dai contesti più disparati.”


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