A Roma nel palazzo abitato da 450 persone di cui circa 100 bambini e malati in bisogno di cure per sette giorni viene a mancare luce e gas per distacco della rete, a motivo della morosità di 300.000 euro operata dalla azienda municipalizzata ACEA.

La povertà energetica è un tema europeo, il dibattito e la ricerca delle soluzioni ha avuto successo in alcuni paesi, con accordi tesi a regolare il problema dei distacchi negati specie nei periodi invernali . La rappresentanza degli inquilini del Palazzo, nella morsa di una situazione drammatica non ha rifiutato il dialogo, punta a negoziare l’arretrato e impostare il rapporto con l’Acea negoziando un canone sociale.

Ciononostante si procede al distacco e interviene il Cardinale Elemosiniere del Vaticano e di sua iniziativa manualmente riattiva la luce nelle case occupate.

Merita la incondizionata approvazione da parte di tutti coloro che hanno a cuore il dato che prima vengono le persone: bambini e ammalati in primo luogo. Si tratta tuttavia di un intervento straordinario di supplenza.
Supplenza rispetto alla normativa vigente: l’Acea è una azienda municipalizzata, altre norme a parte, c’è l’accordo quadro della Conferenza Unificata Stato Regioni del 26 settembre 2014 sulle linee guida relative ai criteri da applicare per individuare i principi e gli elementi minimi da inserire nei contratti di servizio e nelle carte della qualità dei servizi pubblici locali, con particolare riferimento al ruolo delle associazioni dei consumatori ai sensi dell’art. 2 comma 461 della legge 28 dicembre n. 244 del 2007.

In questo quadro è concretamene gestibile la negoziazione di un canone sociale impostato sulla distinzione tra costo reale delle energia e il prezzo relativo e costo delle imposte connesse.

La tematica della fuel energy coinvolte le aziende municipalizzate e anche le altre rispetto al rapporto tra associazioni dei consumatori e imprese del comparto energetico. Se e in quanto il rapporto è inteso alla luce della cultura della responsabilità sociale di impresa , nella quale le associazioni dei consumatori sono stakeholder, portatori di interessi reciproci nel rapporto di produzione e di servizio e rispetto concretamente alla negoziazione delle procedure di conciliazione paritetica, incentrata sulla gestione istituzionale degli organismi Adr c’è necessariamente il riferimento alla sostenibilità e al bilancio sociale. Però se il bilancio è sociale deve partire da priorità. Queste devono e possono essere gli interventi sulla fuel poverty.

Questi devono riguardare sia le condizioni di vulnerabilità personali che socio ambientali. Interventi ancorati a regole.

Però l’adesione alla conciliazione paritetica come scelta strategica non può ridursi alla sola composizione pacifica dei reclami: essa deve portare ad un impatto sulla costruzione del bilancio sociale della azienda negoziando la destinazione di una parte di utili, che sarà per altro minima e sostenibile, per intervenire sulla fuel energy.

Si tratta di tematiche sulle quali sia le aziende che le associazioni sono chiamate a riflettere e ad intervenire non con un approccio ideologico ma politico e di ampio respiro culturale . Ci sono già aperture, l’A2A ad esempio con il Banco Energia si è già messa su questa strada, creiamo occasioni di confronto, di dialogo, coinvolgendo anche Arera, per costruire risultati di collaborazione sinergica.

di Pietro Praderi

Presidente Nazionale Lega Consumatori


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