Pubblichiamo l’editoriale a firma di Antonio Longo scritto per Il Salvagente in edicola domani.
Il 25 luglio di Berlusconi è arrivato con una settimana di ritardo. La parabola politica ventennale dell’ex presidente del consiglio è alla fine. E il discorso alle poche migliaia di fedelissimi in una Roma torrida e deserta è un disperato tentativo di affermare la propria esistenza politica (Io non mollo!), a dispetto delle  scadenze giudiziarie che lo relegheranno nel chiuso di una prigione dorata, senza possibilità di intervento diretto. Ma non c’è nulla da festeggiare per i cittadini, perché la sentenza certifica anzitutto che siamo stati governati da un evasore fiscale, a cui una parte importante del Paese ha affidato più volte il suo voto. Mette a nudo anche l’ambiguità pericolosa di una alleanza di governo a cui il PD è stato costretto dalla sterile posizione di Grillo&C e che ora diventa sempre più problematico mantenere e giustificare agli occhi di chi voleva e sperava in una Italia migliore. Apre scenari imprevedibili sul piano politico e sociale, in un contesto di gravissima crisi economica. Chi minaccia rivolte in piazza per “ristabilire la democrazia” scherza col fuoco. Sembrano le reazioni dei “famigli” dei boss della malavita che nelle operazioni di polizia cercano di opporsi all’arresto dei personaggi del clan.
La verità è che nel centrodestra Berlusconi può dire come Luigi XV:“Après moi, le déluge”, il marasma totale seguirebbe ad un suo ritiro. Basta pensare ai suoi stessi giudizi pesanti nei confronti del presunto delfino, Alfano, che gode di scarso apprezzamento anche nello stesso PDL. E nella sinistra si ripete l’ennesima divisione in schieramenti di capi e capetti o sedicenti tali, nell’attesa (sperata o temuta) di un nuovo leader, di cui intanto si cerca di limitare sul nascere la forze e l’autonomia. Si parla anche questa volta di elezioni risolutive, ma intanto il Porcellum è ancora là intatto e c’è il rischio concreto di un nuovo stallo totale.
Quella luce del tunnel che sembrava scorgersi nelle ultime settimane per i primi numeri timidamente positivi nella ripresa delle esportazioni, nella stabilità dello spread e di una prima diminuzione della disoccupazione, potrebbe spegnersi di fronte ad una crisi di governo inevitabile in caso di ritiro della delegazione PDL. Come cittadini, quindi, nulla da festeggiare. Ma dobbiamo prepararci ad un autunno duro, complicato, in cui ciascuno di noi dovrà fare la sua parte, chiedendo con forza alla classe politica di uscire dalla sua impotenza imbelle, nelle responsabilità di governanti, legislatori e opposizione, superando gli interessi di parte. Bisogna ritrovare il coraggio delle scelte, nella chiarezza istituzionale e nel rispetto dei diritti dei cittadini di eleggere i rappresentanti politici in cui si riconoscono e non quelli imposti dalle segreterie dei partiti.
di Antonio Longo  


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5 thoughts on “Editoriale, “Berlusconi, nulla da festeggiare” di Antonio Longo

  1. Come articolista, però, si festeggia alla grande! Chi è senza peccato, scagli la prima piega!

  2. La prima pietra, intendevo, mi scuso. Se fossi un Berlusconi, porterei tutte le mie aziende in un paradiso fiscale anche UE, ed allora il nostro fisco incasserebbe molto meno. Mi sbaglio o ci sono diverse banche che hanno evaso miliardi? E gli sportivi, attori, cantanti, che scoperti come evasori hanno chiuso col fisco pagando meno della metà del dovuto? Un piccolo consumatore certamente non viene graziato come costoro. Sarebbe utile conoscere quanto versa al fisco italiano De Benedetti .

  3. E il 25 luglio di Bersani e tutta la compagnia, anche loro che non potevano non sapere degli affari e delle tangenti che li riguardano, la magistratura, “democratica “come il partito, non glielo fa subire ? …un giusto 25 luglio?

  4. non so quanto De Benedetti versi al fisco italiano: tutti però sappiamo chi finanzia, senza che se ne occupi mai la magistratura, e che se ne sta prudentemente in Svizzera, immerso nella finanza internazionale , a tirare le fila lunghe fino in italia.

  5. Quello che dice Romano è vero, ma quello che scrive il Dr. Longo è un pò diverso; gli evasori sono tutti da condannare perchè sono parassiti che succhiano il nostro sangue, ma attori, sportivi, cantanti, ecc. non sono di norma politici, o comunque non di primo piano, ma il Sig. Silvio Berlusconi, chiedo scusa “Cavaliere” e “Senatore”, è colui che per la maggior parte di questi ultimi 20 anni ci ha governato, ovvero chi diceva di combattere strenuamente l’evasione fiscale, è risultato EVASORE! Se questo ci sembra poco…
    Se io o il Sig. Romano evadiamo il fisco, ci arrestano e ci tolgono quel poco che abbiamo, mentre il Sig. Berlusconi vorrebbe la grazia, ma ci faccia il piacere!

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